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Latina. Palco Comico. Enrico Bertolino: «È una minaccia: ritornerò». La satira
come critica al Potere e come deterrente ad un nuovo regime
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Enrico Bertolino, il comico che ha chiuso
la rassegna «Palco Comico» ideata e prodotta da Ventidieci. Essere nati a Milano,
rispetto a Napoli, può essere uno svantaggio per chi vuole fare questa professione...
«È difficile essere comici sempre, dovunque e comunque. Certo, Napoli offre molti
più spunti. Ma il milanese ha una pretesa di prendersi terribilmente sul serio
che ben si presta all'ironia».
Tra le righe dei tuoi personaggi si legge una piccola critica al modello americano.
«No. È che semplicemente non credo ci sia un "mito". Gli italiani e gli americani
hanno culture profondamente diverse. Passata l'acne, non mangiamo più hamburger
e patatine ma la pasta e la tagliata».
La satira ha sempre successo, ma dispiace al Potere... «Guai se non fosse così,
non riempiremmo i teatri altrimenti. Bisogna stimolare una coscienza critica.
Se il potere ha troppo consenso diventa dittatura. La satira deve funzionare
come deterrente al rischio di un nuovo regime».
Un altro tema caro è quello dell'immigrazione, che oltretutto a Milano è anche
più scottante che altrove. Per ironia della sorte c'è anche una legge che porta
(quasi) il tuo nome, la legge Bertolini. «Gli stranieri portano clandestinità
e delinquenza, come noi portammo la Mafia negli Stati Uniti. Del resto ci
sono, in Italia, lavori umili che non vuole fai ormai nessuno. Credo comunque che
bisognerebbe creare le condizioni a livello mondiale per non farli scappare dal
loro paese».
Claudio Ruggiero
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