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Latina. Grande musica al Logos Art Studio. Nicola Arigliano: «Forse mi confondete con
mio nonno. Mi dispiace, io non sono lui. Sono Pasquale»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Nicola Arigliano.
Era il 1996 e gli anni passavano veloci, ma di Nicola Arigliano si era persa ogni traccia.
Nulla ci parlava più di lui, neppure lo spot del digestivo Antonetto: un "cult", come si
direbbe in gergo. L’unico aggancio che il grande "crooner" di Squinzano, Lecce,
manteneva con il mondo degli uomini ruotava attorno agli aficionados dell’Onyx Jazz Club di
Matera. Che infatti lo chiamarono e gli fecero incidere un disco "live", "I sing ancora":
così intenso, appassionato e ricco di "evergreen" - "Venti chilometri al giorno" e "Amorevole",
tanto per citarne un paio a casaccio - da vincere all’istante la Targa Tenco riservata ai
migliori interpreti di canzoni altrui. E tanto bastò per riportare sotto le luci della
ribalta l’unico cantante di casa ben provvisto di swing: quello che in tempi non lontani
era stato definito il "Frank Sinatra italiano".
E il miracolo si è ripetuto al Logos Art Studio: tutto esaurito.
Claudio Ruggiero
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