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Latina. Degustazioni mentali. Piermario De Dominicis: «Un popolo che non legge è un popolo indifeso, capace
di lanciarsi in qualsiasi avventura»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Piermario De Dominicis, direttore della libreria
«Come un romanzo».
«A cena con Nero Wolfe» è il titolo della serata che ha inaugurato le «Degustazioni
mentali»: una serie di incontri per scoprire il nesso sottile tra letteratura
ed alta gastronomia. Gastronomia e giallo, un connubio tutt'altro che raro: Arsenio
Lupin adora la Novelle cuisine, l'ispettore Maigret non rinuncia mai ai suoi sandwich
al petto di pollo, burro e senape, e il nostro Moltalbano impazzisce per gli arancini.
Maitre della serata dedicata al detective nato dalla penna dell'americano
Rex Stout è Dionisio Castello, Governatore del Lazio della Slow Food, noto etologo e appassionato
collezionista delle avventure di Wolfe.
Sono stati letti brani dai più famosi romanzi polizieschi di Wolfe, mentre sono stati
serviti Crostini non salsa di alici, maccheroncini al pesto nero Wolfe, melenzane
ripiene di agnello e, fra i dolci, crostata di ciliege, ricotta all'ananas e
"Parfait" di mandorle ghiacciato. Ma al di fuore della tavola, come è il rapporto
dell'italiano medio con la lettura? «Pessimo. In Italia non si legge. Eppure
leggere è importantissimo. Un popolo che legge poco è un popolo indifeso, capace
di lanciarsi in qualsiasi avventura. Leggere, oggi, è quasi un atto eversivo...».
Claudio Ruggiero
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