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Latina. Piano di sviluppo rurale, nuove risorse e ambiti di intervento. Antonello Iannarilli: «Il frutto di un'ampia concertazione con gli operatori»

I Servizi della Commissione europea, nella seduta del comitato Star, hanno approvato le richieste di modifiche e integrazioni al Piano di sviluppo rurale del Lazio 2000-2006 presentate dall'assessorato all'Agricoltura. La revisione del documento di programmazione introduce ulteriori opportunità di intervento e alcune semplificazioni procedurali che garantiranno maggiore facilità di accesso agli aiuti previsti. Le modifiche, tra l'altro, prevedono: la rimodulazione del piano finanziario che ha consentito un'equa ridistribuzione delle risorse di cui hanno beneficiato misure in stato di sofferenza finanziaria, in particolare, quelle a carattere prevalentemente agricolo; l'introduzione di una nuova misura di intervento per la ricomposizione fondiaria; l'ampliamento dei settori di intervento per le misure degli investimenti aziendali (I.1) e della trasformazione agroindustriale (I.4); una sostanziale revisione delle misure della commercializzazione (II.3) e del miglioramento fondiario (II.8), che ha previsto, principalmente, l'allargamento delle tipologie di intervento, dei soggetti beneficiari e degli ambiti territoriali; la possibilità di intervenire, per le misure attualmente soggette a limitazione territoriale, anche ai comuni che nel Piano sono definiti di classe 3, ovvero con sviluppo medio; l'introduzione, per le misure agroambientali, di ulteriori colture eleggibili a premio (castagno e noce da frutto), l'allargamento degli ambiti di intervento e, soprattutto, la revisione delle condizioni di impegno in materia di avvicendamenti colturali. «Le modifiche - ha spiegato l'assessore all'Agricoltura Antonello Iannarilli - congiuntamente a quelle già approvate ed entrate in vigore nel dicembre 2001, completano il quadro degli interventi operati per rendere più funzionale e rispondente alle esigenze del territorio il Piano di sviluppo rurale. Esse sono il risultato di un'ampia concertazione svolta dall'assessorato con gli operatori del settore e delle organizzazioni rappresentative e sono il frutto dell'esperienza acquisita in questa prima parte della legislatura che ha consentito, dopo una preliminare fase di verifica e analisi dei risultati, di apportare quegli aggiustamenti necessari per rendere questo strumento più efficace». «Finora - ha concluso Iannarilli - attraverso il Piano di sviluppo rurale, sono state approvate 14.300 domande alle quali è stato concesso un contributo pubblico pari a 148 milioni di euro, pari a 286 miliardi di lire».

Mauro Cascio


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