Parvapolis >> Cultura
Latina. Rapporto sulla qualità delle acque. Pollice verso per San Felice e Terracina. Bollino
blu anche quest'anno per Sabaudia e Sperlonga
Il mare ha per noi un fascino particolare dalla alimentazione alle risorse economiche.
Il Rapporto annuale sulla qualità delle acque di balneazione, redatto sulla base dei
risultati analitici ottenuti durante la stagione balneare 2001, tiene conto di alcune
modifiche alla normativa vigente (DPR 470/1982), entrate in vigore l'anno scorso, che
prevedono nuovi e più restrittivi criteri per la determinazione dell'idoneità alla
balneazione delle zone e per i provvedimenti da adottare nel caso che una zona sia stata
sottoposta ad un numero di campionamenti inferiore al minimo previsto. A livello nazionale,
dei 7375,3 Km di costa marina ne risultano controllati e balneabili 5017,1 Km, pari al 68,0 %.
Dei rimanenti 2358,2, il 12 % (884,5 Km) risulta non idoneo alla balneazione per vari motivi,
indipendenti dall'inquinamento, fra cui la presenza di porti, servitù militari, parchi marini,
400,5 Km (5,4%) sono vietati alla balneazione per inquinamento, 13,8 Km (0,2%) risultano
insufficientemente campionati, 1059,4 Km, pari al 14,4 % non sono stati sottoposti a
controllo e non è quindi stato possibile per questi tratti di costa dare alcuna valutazione.
Le Regioni che hanno la percentuale più elevata di chilometri di costa controllati e
balneabili sono il Molise e la Basilicata (rispettivamente 97,2 % e 94,2 %), in entrambi
i casi con un incremento rispetto allo scorso anno (+ 3,7 e + 1,3 rispettivamente).
È interessante notare che anche per il 2001 le Regioni che hanno la maggiore percentuale
di chilometri costieri non idonei alla balneazione, temporaneamente o permanentemente,
per inquinamento sono risultate ancora Campania e Lazio, con lievissimi segni di
miglioramento rispetto all'anno precedente, rispettivamente 17,9% (-1,8) e 10,0% (-0,9).
La costa della provincia di Caserta mantiene il primato di maggiore percentuale di
chilometri costieri non idonei per inquinamento (quasi il 50% non balneabile), seguita
dalle coste delle province di Napoli (22,9 %) e Roma (16,2 %). I tratti di costa in
provincia di Latina e di Caserta sono prevalentemente non balneabili a causa della
immissione di inquinanti da parte dei fiumi, in particolare il Garigliano ed il
Volturno, confermando la situazione dei recenti anni.
Eccezioni per Sperlonga e Sabaudia.
La percentuale più elevata di
costa controllata si è avuta in Friuli Venezia Giulia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna,
Marche, Lazio, Molise, Abruzzo (100%) mentre la percentuale più bassa si
è osservata in Sardegna (39,5%), paradossalmente una delle regioni turisticamente
più frequentate, ma tale dato deve essere messo in relazione alla conformazione delle
coste spesso impraticabili. A livello nazionale, il paragone con i dati relativi al
2000 evidenzia una lieve diminuzione della costa non balneabile per motivi di inquinamento
(2,5 Km).
Marcello Caliman
|