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Latina. Allearsi per competere. Sergio Viceconte (Assindustria): «Una strategia geoeconomica per il Lazio Meridionale». Convegno a luglio

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Sergio Viceconte, direttore di Assindustria. «Ogni buon localismo oggi si guarda allo specchio e si chiede come poter interpretare un nuovo ciclo di sviluppo. E questo per una serie molteplice di ragioni. Perché, innanzitutto, il ciclo precedente ha dato molti risultati, ma si presenta anche all'insegna di una più o meno marcata compiutezza, nel senso che non è credibile pensare di ripetere sic et impliciter i meccanismi che sono valsi nel passato. Perché se non si innovano tali meccanismi si corre il rischio di gestire nel tempo il graduale ridimensionamento di quello che si è raggiunto. Perché in fondo è anche logico che ciò che è servito a fare sviluppo nel passato non possa continuare indefinitivamente nel futuro, per la semplice ragione che la coazione a ripetere non paga mai, nell'economico come nel sociale. Perché le altre realtà territoriali tentano a loro volta di innovare e talune di esse hanno intrapreso una nuova corsa, agile e svelta, per ritrovare ambiti e meccanismi di sviluppo più dinamici (e quindi si corre il rischio di rimanere indietro); perché la competizione è ulteriormente cresciuta, non solo a livello locale o nazionale, ma a livello internazionale e questo si riflette pesantemente anche sulla capacità competitiva dei singoli territori (ancorché di ridotta dimensione). Perché infine lo sviluppo che c'è stato, caratterizzato dall'esplosione molecolare dei tanti capitalismi familiari, non basta più a far fronte alle sfide più grosse che il mercato pone, mettendo in gioco protagonisti d'impresa e protagonisti territoriali non solo italiani, ma anche di altri Paesi. Per tutte queste ragioni (e per molte altre) i localismi più dinamici si interrogano su quello che sarà il loro futuro e sulle relative strategie di accompagnamento della nuova fase di sviluppo. Frosinone e Latina a loro volta hanno dei buoni motivi aggiuntivi per compiere un'operazione di revisione di quello che oggi sono diventati, in vista di compiere un passo successivo. E anche in tal caso le ragioni sono molteplici. Sia Frosinone che Latina avvertono il compimento di una fase di sviluppo e la necessità di rifinalizzare le logiche future che possano stare alla base di un ulteriore ciclo di crescita sia sul piano dell'impresa sia sul piano del territorio preso nel suo insieme (nell'economia, nel sociale, nella cultura, nelle istituzioni). Non va poi trascurato che le Unioni Industriali, proprio per la posizione che finiscono per assumere rispetto ai diversi soggetti collettivi locali, svolgono sovente un ruolo leader del territorio da loro presidiato e come tali avvertono l'esigenza di esprimere interpretazione e direzione di marcia, non solo per i propri associati, ma per l'intera area. Oggi tale leadership territoriale avverte, in maniera più o meno chiara, l'importanza del "fare tessuto", mettendo insieme le forze disponibili, siano esse le "molecole" d'impresa, oppure le "molecole" istituzionali, oppure ancora le "molecole" associative. Se la crescita che abbiamo sperimentato sino ad oggi ha dato risultati buoni, è altrettanto vero che l'esigenza di competere meglio sposta in altro l'asticella ed impone alle molecole di mettersi insieme, per formare alleanze convincenti, attraverso: un tessuto che si sviluppi tra imprese, sia in termini orizzontali sia in termini verticali; un tessuto associativo che possa crescere tra organismi che rappresentano interessi diversi, sullo stesso territorio o su territori diversi; un tessuto territoriale, inteso nel senso pieno del termine che metta insieme cioè componenti economiche, componenti sociali, componenti culturali, componenti istituzionali, in vista di un comune futuro sviluppo.
Insomma, si percepisce sempre più chiaramente che il Sistema delle Relazioni costituisce una risorsa competitiva autentica per ogni territorio che voglia giocarsi ulteriormente le carte che ha a disposizione. Si tratta, in altre parole, di passare da un'Economia dei Soggetti" (le singole "molecole") ad una Economia delle Relazioni (i tanti "tessuti" possibili). Ma è altrettanto vero che si percepisce come, in una società che ha avuto la propria parte di sviluppo, diventi difficile mettersi insieme attraverso un processo che "cala dall'alto" piuttosto che non tramite una lenta procedura di aggregazione che "salga dal basso", in una sorta di federalismo di fatto. E qui è bene ricordare che quando si parla di federalismo si tende a dimenticare spesso che la parola (e i fenomeni retrostanti) stanno ad indicare un processo di aggregazione progressiva di territori. Essi, attraverso la messa in comune di parte delle proprie risorse e dei propri poteri, hanno cercato o cercano di diventare più forti e - si direbbe oggi - più competitivi, rispetto ad altre realtà territoriali. Ci si federa dunque attraverso forme diverse di alleanze che altro non sono altro che un Sistema di Relazioni, volte a creare un Soggetto più robusto, senza cancellare le Identità originarie delle diverse componenti. Tentare la strada delle alleanze per far crescere tutte le relazioni possibili, costituisce un esercizio di responsabilità territoriale che ha il merito di partire dalle potenzialità reali dell'economia e della società delle due aree, per verificarne le potenziali convergenze. È peraltro vero che i territori comprendono al loro interno molte diversità e che la diversità costituisce anche una forza. Ma è altrettanto vero che in un momento in cui il Sistema delle Relazioni diventa quasi un obbligo più che un'opportunità, trovare delle significative convergenze rappresenta non solo un percorso per costruire un processo di federalismo "reale" e dal basso, ma una risorsa per crescere insieme, indipendentemente dai "gusci istituzionali" esistenti».
Sulla base di tutte queste considerazioni l'Unione Industriale di Frosinone e l'Associazione Industriali di Latina hanno sentito pertanto l'esigenza di procedere ad un'analisi condotta da Nadio Delai, la prima di questo genere, sulle strategie geoeconomiche per il Lazio Meridionale, che sarà pubblicata in un volume edito da SIPI Confindustria.

Elisabetta Rizzo

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