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Latina. Federlazio, certificazione di bilancio: il convegno

Fornire strumenti finanziari alle aziende e crescita della cultura finanziaria: sono gli obiettivi della Fderlazio che questa mattina ha presentato le aziende associate che hanno iniziato il percorso della certificazione di bilancio.
«La certificazione di bilancio è uno dei percorsi di eccellenza, un passaggio obbligato per la PMI che vuole rimanere competitiva sul mercato», ha spiegato Giovanni Catracchia, Presidente del Confidi Lazio, la struttura creditizia di Federlazio, «un passaggio la cui doverosità trova l'avallo istituzionale nell'accordo di Basilea, dove si è stabilito l'attivazione di un rating attraverso il monitoraggio di parametri oggettivi che si desumono dal bilancio delle imprese. Due sono i fattori sui quali va posta l' attenzione, il primo è che tutto ciò che abbiamo detto finora e tutto quello che andremo a dire ha una valenza se si continuerà a vedere la partecipazione di tutti i soggetti oggi qui presenti, e mi riferisco alle aziende, alle banche, alla Camera di Commercio e alla società di certificazione. Il secondo è che abbiamo parlato di percorso di crescita e tale deve essere. Un percorso deve avere un inizio, uno svolgimento e, solo dopo questo svolgimento, c'è la fine. Se è vero, infatti, che la PMI è per sua natura flessibile, è altrettanto vero che richiede tempo per un cambiamento nella cultura imprenditoriale. Per questo sono ancora una volta a chiedere a tutti gli attori di questo processo di lavorare in team, rispettando le esigenze degli altri. La PMI ha capito quali erano gli strumenti da mettere in campo per una crescita della cultura finanziaria, ma in questa crescita deve essere supportata nei mezzi ed anche nei tempi». La parte tecnica del convegno è stata curata da Ciro Di Carluccio della Arthur Andersen S.p.a che, in apertura del suo intervento ed in considerazione delle implicazioni giudiziarie dell'Arthur Andersen LLP, società di diritto statunitense, con la vicenda Enron, ha chiarito la posizione della Andersen Italia: «L'organizzazione Andersen Italia rappresenta una struttura autonoma rispetto al network internazionale, coordinato da una società di diritto svizzero e formato da una serie di società fra loro autonome operanti nei diversi paesi di proprietà dei singoli partners locali. Non esiste alcun legame partecipativo tra le entità legali di Andersen Italia e la società Arthur Andersen LLP oggetto di indagine da parte dell'autorità governativa americana. Inoltre, già da due mesi, la Andersen Italia ha avviato un processo di integrazione - soggetto ad autorizzazione da parte dell'antitrust - con Deloitte and Touche. La nuova organizzazione costituirà un'azienda leader nel settore dei servizi professionali alle imprese con particolare riferimento all'attività di revisione contabile».
Una allarme è stato lanciato dal Segretario Generale Fincredit Confapi, Andrea Muti: «È necessario sottolineare come gli accordi di Basilea 2 e la perdita del localismo, derivata dal consolidamento del sistema bancario, porterà alla spersonalizzazione del rapporto Banca/Impresa che rischia di far ricadere i costi della ristrutturazione sulle PMI. Proponiamo, quindi, un trattato di Basilea più favorevole alla PMI».
Allarme anche dal Direttore regionale del Confidi Lazio, Claudia Pepoli: «Le banche stanno attuando una politica di ristrutturazione propria, operando un "repulisti" a danno della comunità imprenditoriale. L'accordo di Basilea va riempito di significati. Il rischio che si corre è quello le banche arriveranno alla scadenza di Basilea in grado di pretendere un rating alto».

Rita Bittarelli


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