Parvapolis >> Cultura
Sermoneta. Festival Pontino. Sorprendente il Comune: un concerto pop a pochi metri dalla
iniziativa culturale dell'anno. Mozart e gli anni 60
Sabato scorso è stato inaugurato il 38° Festival Pontino organizzato dal
Campus Internazionale di Musica. Fra le possenti e maestose mura di
Castello Caetani, scenario suggestivo quanto ideale cassa armonica,
si sono susseguite le melodie di Schubert, le romanze di Schumann,
i brani di Busoni e musiche jazz. Richard e Peter Stoltzman e Linda Di Carlo
hanno eseguito con maestria questo primo concerto che ci ha traghettato
in due secoli, avvicendando a melodie auliche e di grande perfezione
musicale, creazioni estemporanee, estrose, fortemente coinvolgenti e con
una accentuazione ritmica inconfondibile. Purtroppo c'è un però, una
nota "stonata" che sì, può avere avuto il merito di fare maggiormente apprezzare
il pubblico presente l'unicità dell'arte musicale, cioè "quello sviluppo naturale
dell'accento che la passione conferisce alla voce umana" (Spencer), all'universalità
del linguaggio ma che palesa forse una sorta di pressappochismo culturale, comunque una mancanza di tatto.
Ci spieghiamo meglio: ore 21.00 inizio del concerto di musica classica, ore 21.30 a pochi metri
dal Castello inizio di uno spettacolo musicale in compagnia dei Nuovi Duki con
la partecipazione di Gianni Nazzaro, al Belvedere. E qui accade quello che non ti
aspetti. Con un solo biglietto è possibile ascoltare sia Nazzaro che le note di
Stoltzman e Di Carlo. Ovviamente non stiamo qui a rimproverare l'Amministrazione
Comunale, per carità. Si sarà trattato sicuramente di un atto di estrema generosità
da parte di chi ha voluto far vivere un'esperienza di fruizione unica, emozionante
e coinvolgente: il pianissimo di un pianoforte per il pubblico del Castello che può
- contemporanamente - ascoltare il ritmo degli anni 60. E così si prospetta un futuro
innovativo dove chi paga per Mozart potrà godersi anche Casadei. Chi impazzisce
per Chopin potrà ascoltare Gigione.
Ironie a parte, pensiamo che il Festival del Campus sia un bene troppo importante,
una iniziativa troppo prestigiosa perché il Comune si lasci andare ad errori simili.
Mica chiediamo la luna. Solo che chi ama Mozart possa ascoltare Mozart. E non
Gianni Nazzaro.
Elisabetta Rizzo
|