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Latina. Littoria secondo Cencelli, un saggio di Francesco D'Erme. Vincenzo
Zaccheo: «Dobbiamo riscoprire con orgoglio la nostra tradizione»
È stato presentato presso "lalibreria" del Centro Commerciale Morbella il nuovo saggio
di Francesco D'Erme «Latina secondo Cencelli. 1932-1935»
«Una presentazione di documenti», spiega l'autore, «che non potevano restare sconosciuti, e che
va ad arricchire il lavoro fatto anche da altri storici, tra cui Annibale Folchi. Il mio
libro si sofferma su documentazioni certe, di cui tento di dare anche un accenno di
interpretazione, lasciando il resto al lettore. La diversità del libro rispetto ad altri
è dovuta al fatto che io ho assistito alla nascita di Littoria. Solo chi c'era allora può
dire se oggi si sta meglio o peggio. Il futuro si programma sul passato. Io ho avuto
a che fare con molti personaggi del tessuto della città. Oggi voglio dare concretezza
al mio bagaglio di esperienze e di vissuto. Il passato è importante e bisogna avere
il dovuto rispetto per tutti coloro che in qualche modo lo rappresentano. C'è
chi ha sputato sangue per la fondazione di Littoria e la preparazione del nostro
retroterra culturale. Non si può disprezzare questa gente. Prima di rinnegare, bisogna
conoscere».
L'incontro è stato moderato da Gianluca Mattioli.
«Il rischio di Latina è quello di perpetrare un rito che vede nel fanatismo
l'espressione culturale. Noi abbiamo il dovere di riconoscerci in questa matrice
culturale di fondazione che è nostra, ci appartiene e non possiamo rinnegare.
Oggi bisogna combattere il senso di grandezza e di onnipotenza che all'epoca
fu necessario».
È intervenuto anche il Sindaco Vincenzo Zaccheo.
«Il 70° di fondazione di Latina deve essere l’occasione per ripensare il futuro della città, gettare le basi per creare un nuovo assetto urbanistico. Non si può più pensare la città in termini conflittuali tra passato e presente, con una frattura tra Littoria e Latina. Il cammino da intraprendere è quello di ricucire la città di fondazione ed i nuovi quartieri, cresciuti a dismisura, sia sotto il profilo urbanistico sia sotto il profilo culturale. Solo a questa condizione – sottolinea Zaccheo – è possibile ritrovare quell’orgoglio d’appartenenza che è sentito soprattutto dalle nuove generazioni e che passa per il recupero del passato ma anche per la valorizzazione dei talenti e dei “cervelli” locali. Mi riferisco a quel gruppo di ricercatori, Barbara Ensoli in testa, conosciuti a livello mondiale, ma potrei citare stilisti come Maurizio Galante, registi come Massimiliano Farau, lo stesso Tiziano Ferro o Vincenzo D’Amico e tanti altri bei nomi della cultura e dello sport. Latina è questa anche se qualcuno ogni tanto si diverte a denigrare la città sui media senza nemmeno conoscerla».
Tra le tante iniziative proposte dal Sindaco Zaccheo per rinvigorire l’orgoglio dell’appartenenza, tema dominante della campagna elettorale del primo cittadino, quella di affiancare al nome di Latina quello originario di Littoria, con la dicitura “Latina già Littoria” inserita nei cartelli all’ingresso della città.
«È triste pensare che non si possa chiamare per nome la propria madre», ha detto a tal proposito Giorgio. Zeppieri che ha esortato il sindaco a mettere in atto la sua proposta.
Elisabetta Rizzo
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