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Latina. Articolo 18. Ruggero Mantovani: «Contro un governo liberal-capitalista violento e
pericoloso. I radicali? Rivoluzionari, anche se borghesi»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Ruggero Mantovani, consigliere uscente ed ex segretario
provinciale di Rifondazione Comunale.
«Da qualche giorno stiamo raccogliendo le firme. Noi di Rifondazione, i Verdi
ed un vasto sindacalismo di base che ha negli Rdb il suo fulcro.
Il Governo Berlusconi, grazie alla complicità della Cisl e della Uil con il "Patto
per l'Italia" ha pesantemente attaccato i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici.
È stata introdotta la sospensione per tre anni dell'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori
per le aziende che negli ultimi 12 mesi hanno occupato meno di 15 dipendenti. Con il
"Patto per l'Italia" il padronato vuole mettere la parola fine all'articolo 18 e ai più
elementari diritti democratici dei lavoratori. Siamo impegnati, in giro per Latina,
per una campagna di controinformazione alla disinformazione operatata anche dai media
locali, con qualche eccezione. Dobbiamo reagire a questo affondo liberal-capitalista».
L'accordo siglato tra Governo e Sindacati non è frutto di una concertazione?
«È solo un'operazione becera di capitalismo corporativo. Solo la Cgil, apparentemente,
non è stata al gioco. Dico apparentemente perché poi ha comunque contribuito,
in altri modi, ad un arretramento dei diritti. Ora, indipendentemente dalle sorti
del cofferatismo, chi è chiamato a vincere è il movimento operaio. I lavoratori
devono piegare un Governo che da Genova in poi ha dimostrato pericolosi
fermi di autoritarismo e che deve pagare, evidentemente, una cambiale a Confindustria,
il Sindacato dei Padroni».
Quasi una provocazione: in questo momento vi trovate su posizioni vicine alla destra sociale...
«Non mistifichiamo. Fini tenta solo di mettere insieme i cocci del suo partito. Il neo-corporativismo
sta sparendo: devono pagare il loro debito con la piccola e media impresa del Nord Est che
gli ha dato il voto. Parliamoci chiaro: l'alternativa è solo comunista».
Tra i vostri "rivali" in materia economica e, nello specifico, sull'articolo 18 ci sono anche
i radicali. Come li giudicate?
«La storia del Partito Radicale è antica ed è da valorizzare. Quello dei radicali, oggi, è un tentativo
di stabilizzazione borghese, ma non fanno parte del Capitalismo Reale. La loro tradizione affonda
le radici nel radicalismo gobettiano, che penso nulla abbia a che fare - come matrice ideologica
e come pratica politica - con i governi liberticidi e autoritari del centrodestra che oggi
devono tradurre gli interessi dell'alta borghesia d'apparato».
Marco Battistini
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