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Sezze. La sinistra si interroga. Emilio Ciarlo (Margherita): «La destra sta facendo quello che avremmo dovuto fare noi». Un invito al dibattito

«Ho letto nei giorni scorsi alcune dichiarazioni intelligenti e responsabili in cui Titta Giorgi manifestava la propria disponibilità a lavorare per l’unità della coalizione, mettendo da parte ogni legittima aspirazione personale qualora questa finisse per lacerare il centrosinistra e favorire la Destra a Sezze». Sono parole di Emilio Ciarlo, della direzione regionale della Margherita.
«Si tratta di dichiarazioni importanti di uno dei protagonisti di quella “classe dirigente della transizione” che ha guidato l’Ulivo in provincia nell’ultimo decennio. Una posizione politica, finalmente, che intuisce due elementi importanti del quadro politico provinciale e cittadino. Il primo è l’esaurirsi della capacità rappresentativa e politica di un establishment che, suo malgrado, divide invece di unire oppure unisce senza destare convinzione e entusiasmo, senza avere la forza di attrarre nuove esperienze e nuove intelligenze, contribuendo anzi a costruire quell’inaccessibile fortilizio di apparati politici, poco permeabili dall’esterno, in cui l’Ulivo si è trasformato. La seconda intuizione di Giorgi riguarda il pericolo di determinare, anche a Sezze, quel rinserrarsi tra le mura dei partiti tradizionali, cittadelle ormai sempre più desolate, lasciando alla Destra di Martella la possibilità di suggerire un patto di governo alle forze della città, allargato a liste, movimenti civici e singoli, respinti ai margini delle mura del centrosinistra. Si tratta di un’operazione, quella di Martella, strumentale in quanto volta a conquistare il Comune per riaggregare, dopo le elezioni, i partiti del centrodestra, spregiudicata poiché tutta giocata sull’antipolitica, sul contro, priva di un collante politico, programmatico e di reale rinnovamento. Tuttavia un operazione con una sua intelligente logica politica. Sviluppa, magari in maniera becera, una delle direttrici di azione che l’Ulivo e la Margherita si erano date: il coinvolgimento dei movimenti civici, il dialogo con la società civile, il rapporto con i gruppi meno connotati ideologicamente ma più determinati nell’innovazione».
Di tutto questo, purtroppo, non vi è stata traccia per l’Ulivo pontino in questi dieci anni di transizione. Anche per questa miopia abbiamo perso il governo delle maggiori città della provincia, anche per questo non siamo stati ancora capaci di costruire un percorso politico che riesca a riannodare i fili con una realtà amministrativa e politica importante come quella di Cisterna, ultima esperienza di governo locale vicina al centrosinistra. Far saltare la polverosa idea tardo proporzionalista di una coalizione strangolata dall’eredità del rapporto privilegiato DS-PPI e promuovere, al contrario, un Nuovo Ulivo in cui trovino spazio e pari dignità le forze del riformismo locale, i movimenti civici oltre gli schieramenti, capace persino di intercettare il disagio interno al centrodestra è la linea politica lungo la quale muoversi. Apriamo il dibattito prima di piangere sulle prossime sconfitte, facciamolo a partire dalla “madre di ogni rinnovamento”: Sezze».

Mauro Cascio


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