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Anzio. Intervista esclusiva. Dee Dee Bridgewater: «Non so leggere la musica. Il palcoscenico per me è la scuola più importante. Ogni sera»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Dee Dee Bridgewater. Lei ormai appartiene a quei musicisti che vengono indicati come i maggiori rappresentanti del jazz, prende, come si suol dire, la musica con il latte materno. Sua madre è difatti una grande ammiratrice di cantanti quali Ella Fitzgerald e Sarah Vaughan. Suo padre è un insegnante di musica che annovera tra i suoi alunni Booker Little, Charles Lloyd e George Coleman. Suona egli stesso la tromba durante i mesi estivi nella band di Dinah Washington. Perciò non deve meravigliare che Dee Dee colga la prima occasione che le si presenta per salire sulla scena e cantare dal vivo.
La prima occasione per mostrare il proprio talento a livello internazionale è nel 1969, quando Dee Dee si trova in tournée con la "University of Illinois Big Band" in quella che allora era l’ Unione Sovietica. L’anno seguente si trasferisce a New York, dove l’ allora marito, Cecil Bridgewater, ha ottenuto un ingaggio presso il leggendario pianista Horace Silver. Mentre Cecil lavora per Silver, Dee Dee diviene la cantante leader della "Thad Jones – Mel Lewis Band", un ingaggio che le darà la possibilità di trovarsi in contatto con grandi nomi del jazz come Sonny Rollins, Dizzy Gillespie, Dexter Gordon, Max Roach e così via.
Dee Dee ha un grande talento non soltanto come cantante jazz, ma anche come attrice. Viene applaudita in molti musicals, prima a Broadway, poi a Tokyo, Londra, Los Angeles e Parigi. Per la sua interpretazione di Gilda, la strega buona del sud, in “The Wiz” le viene conferito il premio Tony e per “Lady Day” viene nominata come migliore attrice per il Laurence Oliver Preis. Interpreta ruoli di primo piano in musical quali “Sophisticated Ladies”, “Cosmopolitan Greetings”, “Black Ballad”, “Carmen Jazz” e “Cabaret”.
Negli stralci di tempo in cui non recita Dee Dee è sempre i tournée, soprattutto in Europa (e qui più frequentemente a Parigi), dove riscuote un grande successo.Con album come “Live in Paris” (1987), nomination per il Grammy, “Victim of Love” (1989), che include un duetto con Ray Charles, e “In Montreaux” (1990) Dee Dee Bridgewater riesce a raggiunge anche un pubblico relativamente giovane, un fatto piuttosto insolito per un cantante jazz.
Con i tre successivi album si rafforza la sua fama di grande cantante. In “Keeping Tradition” Dee Dee interpreta alcuni dei famosi brani ‘simbolo’ del jazz e altri famosi dal “Great American Songbook”. Le viene conferito nel Dicembre del 1992 il “Django d’Or” per la sua attività con il trio francese con Thierry Eliez (pianoforte), Hein Van De Geyn (contrabbasso) e André Ceccarelli (batteria).
Fanno parte del trio che vince il Grammy per il successivo album “Love and Peace: A Tribute to Horace Silver”, i fratelli Belmondo (Stéphane alla tromba e Lionel al sassofono), la leggenda jazz Jimmy Smith all’organo e naturalmente il maestro stesso, Horace Silver. Questo nuovo album che contiene13 composizioni di Silver, da lui scritte ex-novo per Dee Dee, è un vero e proprio gioiello, che vince il premio “Billie Holiday” e ottiene la nomination per il Grammy. I concerti dal vivo di quest’album si tengono in tutto il mondo, dal Carnegie hall di New York fino all’Olympia Theatre di Parigi; e dovunque vengono accolti con grande entusiasmo di pubblico.
La più rischiosa impresa, intrapresa coraggiosamente da Dee Dee, è rappresentata dal terzo album. Con “Dear Ella” infatti la Bridgewater esprime il proprio tributo alla 'First Lady del Jazz'. Nei suoi successivi impegni, a partire dal duo, passando poi per il quartetto e la big band, fino all’orchestra sinfonica, Bridgewater interpreta 12 brani, divenuti immortali attraverso la voce di Ella Fitzgerald. La canzone che da’ titolo all’album “Dear Ella” è una composizione di Kenny Burrell in ricordo dell’eccezionale cantante. Il brano viene interpretato da Dee Dee e Burrell in un duetto che ricorda quelli leggendari di Ella con il chitarrista Joe Pass degli anni settanta. La predilizione di Dee Dee per il jazz la mette in contatto con una grande quantità di strumentalisti, la cui carriera era legata strettamente con quella della Fitzgerald: il pianista Lou Levy, il chitarrista Kenny Burrell, il batterista Grady Tate, il vibrafonista Milt Jackson, il trombonista Slide Hampton e il contrabbassista Ray Brown, che non solo era stato sposato con Ella, dal 1947 al 1953, ma che fu anche sua guida musicale. Tra questi grandi nomi c’è anche quello di Cecil Bridgewater trombettista, arrangiatore e direttore della big-band.
Attravesro la sua elegante personalità musicale Dee Dee Bridgewater riesce a liberarsi dell’ombra di Ella Fitzgerald e a dare nuove tonalità a quelle canzoni che in eterno rimarranno legate al nome della “First lady del Jazz”.
Durante la prima presentazione del programma dal vivo con il trio di Ray Brown e la WDR Big Band, nel novembre del 1997, Dee Dee riceve moltissimi applausi e ‘Standing Ovantion’, in molte rinomate sale quali il Concertgebouw ad Amsterdam o nella Großen Festspielhaus di Salisburgo.

Maria Corsetti

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