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Gaeta. Libri sulla cresta dell'onda. Tiziano Terzani: «Non bisogna tacere di fronte una società che non riesce a uscire dalla spirale di cinismo»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Tiziano Terzani. Giornalista, compiuti i sessant'anni ha capito di non poter più tacere di fronte alla barbarie, all’intolleranza, all’ipocrisia, al conformismo, all’imbarbarimento e all’indifferenza di una civilità che può e deve trovare la sua via d’uscita nella non-violenza. «Quando non ci sarò più io – ha scritto l’autore nel suo ultimo libro - ed anche a lui toccherà scegliere, sappia che la non-violenza è un’alternativa. Lo so che è stonato parlar di pace, quando i più inneggiano alla guerra; ma per tutta la vita non sono riuscito a stare in nessun coro e la vecchiaia non ha certo migliorato questa situazione. Anzi. Più che mai mi sembra ora indispensabile far sentire una voce diversa, sollevare dubbi in mezzo alle certezze, porre domande a chi sembra avere le risposte a tutto». L'unica certezza è il dubbio...
«Mi diverte pensare quando la gente pensa che io possa "insegnare". Mi fa un po' ridere. Sì, posso solo fare domande, soprattutto suscitarle. Ma di risposte non ne ho. Io, davvero, non lo so. Viviamo come se stessimo in un treno di cui non conosciamo la destinazione. Né conosciamo il macchinista. Sappiamo solo che sta sfrecciando a tutta velocità su due binari...»
Da cosa dipende questa "deriva" e questo bisogno di verità?
«Dal sistema perverso su cui ci siamo fondati. Che alimenta ciò che in noi è più basso, più animale. Anche e soprattutto la stampa. Pronta a vendere e vendersi per gli istinti più volgari. Un giornale può vendere un sacco di copie perché sbatte un nudo in copertina. Ma ciò non vuol dire che è un bel giornale».
Da una parte il bene dall'altra il male...
«Non voglio sembrare buddhista. Ma ci sono le vie di mezzo Gli americani hanno detto: o con noi o contro di noi. Né con loro, né con i terroristi. Questa sarebbe stata la giusta via di mezzo. Ma per arrivarci occorreva riflettere. Ed oggi è come se per la riflessione non ci sia più spazio».
Insomma, ciò che conta è l'equilibrio...
«Ho sempre presente il glifo dello Yin e dello Yang. Se non ci fosse l'opposto non ci saremmo noi. Bisogna accettare la presenza dell'opposto. Anche se la loro coesistenza è un problema. Perché il problema non lo si risolve con la guerra. Né con la violenza. Se i fondamentalisti li si mette contro un muro diventano sempre di più».

Claudio Ruggiero

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