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Priverno. Il Giardino di Archimede. Enrico Giusti: «Il primo museo dedicato alla matematica e alle sue applicazioni. Le idee più brillanti...»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Enrico Giusti, nativo di Priverno e professore di matematica presso l'Università di Firenze. È lui l'ideatore del «Giardino di Archimede», il primo museo in assoluto dedicato completamente alla matematica e alle sue applicazioni Un ambiente interattivo per smettere di spaventarsi e cominciare a divertirsi con la più antica delle scienze. «Non un museo della matematica dunque, cioè un museo dove dietro vetrine chiuse si esibisca una matematica polverosa e fossilizzata, ma un museo per la matematica, un luogo di incontro con le idee più brillanti e feconde e di crescita della cultura comune. Questo progetto ha bisogno di spazio. L'unità minima museale non è infatti il singolo oggetto, ma piuttosto un percorso costituito da una sequenza di oggetti, che non è escluso possa ridursi a uno solo, legati da un comune concetto matematico che li unifica. Ognuno di essi illustra una particolare proprietà di quest'ultimo, in modo che alla fine del percorso il pubblico possa farsi un'idea di come uno stesso oggetto matematico sia alla base di tutti i fenomeni che ha sperimentato. Così ad esempio un'ellisse può essere tracciato per mezzo di un compasso conico (il compasso perfetto dei geometri arabi) seguendo da vicino la sua definizione come una delle sezioni del cono, mentre le sue proprietà emergeranno da exhibits come l'ellisse del giardiniere, che il visitatore sarà invitato a tracciare, o dall'esame del funzionamento di ingranaggi ellittici, che illustrano il fatto che la somma delle distanze di un punto dell'ellisse dai fuochi è costante. Successivamente vedrà che le onde generate in un fuoco di una teglia da cucina (di forma ellittica), dopo essersi riflesse sulle pareti andranno a concentrarsi sull'altro fuoco, e infine, ma le esperienze potrebbero prolungarsi ancora, verificherà come l'ombra di una palla da tennis ha la forma di un'ellisse, o se si vuole usare un linguaggio più vicino alla matematica, che la proiezione di un cerchio (la palla da tennis) è un'ellisse. Se poi i raggi di luce sono paralleli (e quelli che provengono da una lampadina si possono rendere tali mettendo quest'ultima nel fuoco di uno specchio parabolico) lo stesso esperimento dell'ombra della palla da tennis mostra che un'ellisse si può ottenere anche come sezione di un cilindro. Questa abbondanza di oggetti per trattare una singola figura non serve solo a descrivere le numerose proprietà dell'ellisse, ma permette anche di ridurre al minimo le spiegazioni scritte: come abbiamo detto, e ripetiamo, un museo non è un libro appeso alle pareti». Naturalmente non tutti i visitatori si avvicineranno agli oggetti esposti con lo stesso spirito e con le stesse conoscenze. Bisogna allora organizzare le mostre che costituiscono il museo in modo che possano essere lette a diversi livelli. Ciò è tanto più necessario, dato che il museo si rivolge a spettatori di ogni età e di ogni livello di cultura, e non è possibile discriminare il pubblico a seconda delle sue conoscenze e capacità matematiche. Ognuno deve poter usufruire delle strutture del museo al suo grado di cultura scientifica o semplicemente a seconda della sua disponibilità a seguire i percorsi proposti con maggiore o minore attenzione. L'articolazione a più livelli comincia da un livello zero, della pura fruizione ludica, con minimi contenuti matematici. A questo livello il visitatore semplicemente si diverte con gli oggetti e gli strumenti in mostra, cercando di farli funzionare correttamente. Questo livello è particolarmente indicato per i bambini di età inferiore ai 10 anni (grosso modo gli scolari delle elementari), al di fuori delle sezioni progettate specificamente per loro. Segue un livello uno, dove il visitatore legge i posters che danno un'idea generale del contenuto matematico della mostra, e se possibile del contesto storico in cui la matematica in questione si è sviluppata. Se vuole passare a un livello più alto, può comprare una guida della mostra, dalla quale potrà imparare qualcosa di più sulle idee matematiche che determinano la sequenza degli oggetti, senza ancora entrare nei dettagli delle dimostrazioni. Per gruppi di visitatori, normalmente gruppi di studenti della stessa classe, la guida scritta può essere sostituita da una visita guidata da prenotare in anticipo. Infine, il livello più elevato consiste nella raccolta di una serie di schede, ognuna posta nelle vicinanze dell'oggetto o del gruppo di oggetti ai quali si riferisce, e che ne illustra con maggiore precisione i dettagli matematici, incluse a volte delle semplici dimostrazioni. In ogni caso, più che al rigore formale, queste ultime mireranno a illustrare idee particolarmente significative. Una serie di percorsi come quello sull'ellisse al quale abbiamo accennato, legati da un tema comune di carattere più ampio, costituiscono una mostra, che può essere esposta da sola o far parte di una struttura ancora più ampia, il museo. Una di queste mostre, che ha come titolo "Oltre il compasso. La geometria delle curve", è stata costruita alcuni anni fa come prototipo per il museo, e da allora è stata esposta in numerose città italiane e in qualche caso anche all'estero, e ha avuto in totale più di 350.000 visitatori. Attualmente, oltre ad essere esposta al museo, è visibile a Parigi, al Palais de la découverte. Nella sua configurazione definitiva, il museo conterrà alcune di queste mostre. Altre, se possibile diverse da quelle visibili al museo, potranno essere trasportate ed esposte temporaneamente altrove, in modo da realizzare una rotazione tra le mostre visibili al museo e quelle itineranti, e allo stesso tempo promuovere una collaborazione tra il museo e altri enti ospitanti. Questa struttura consiglia di tenere limitata per quanto possibile la dimensione delle singole mostre, in modo che possano essere ospitate in strutture di media grandezza, come ad esempio locali scolastici, e quindi che siano visibili anche in località prive di spazi espositivi di grandi dimensioni. C'è anche un altro tipo di considerazioni che consiglia di non oltrepassare i 500 metri quadrati di superficie espositiva. Infatti, a causa della peculiarità del linguaggio espositivo matematico, organizzato come si è detto intorno a percorsi articolati, la visita richiede al pubblico un grado di attenzione superiore a quello di un museo tradizionale, dove ogni singolo oggetto in mostra fa parte a sé. Questo livello di attenzione non può essere tenuto a lungo, soprattutto quando i percorsi sono particolarmente complessi e coordinati, e anche tenendo conto di momenti di pausa la visita a una singola mostra non può protrarsi per più di un'ora. Si può allungare un po' questo tempo alternando parti descrittiva, come ad esempio mostre documentarie o storiche, a parti più impegnative, ma in ogni caso la dimensione ottimale della parte espositiva del museo può essere stimata a circa 1000 metri quadrati.

Claudio Ruggiero

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