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Minturno. Pilato Sempre. Vanessa Gravina: «A teatro sei padrone del personaggio. Il cinema è più misterioso, molte cose alla fine ti sfuggono»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Vanessa Gravina, ieri al Teatro Romano di Minturno per «Pilato Sempre» di Giorgio Albertazzi. Attrice di cinema (ha esordito con «Colpo di Fulmine» di Marco Risi nel 1985), teatro, televisione ha raggiunto il cuore del grande pubblico interpretando il personaggio di Paola Duprè nella fiction «Incantesimo». «Sì, peccato che nella quinta serie non ci sarò». Mia madre ne sarà dispiaciuta... «Dille che stiamo comunque in contatto per un'eventuale ritorno nella sesta». Ed ora ritorni al teatro con questo splendido testo di Giorgio Albertazzi. In fondo Pilato siamo noi, con le nostre incapacità a prendere decisioni, con questa voglia di lavarcene sempre e comunque le mani... «Esatto. Non a caso, nel primo atto, abbiamo voluto una ricostruzione volutamente attuale. Gli abiti e la scenografia ricordano infatti l'immediato dopoguerra. L'ignavia è un sentimento molto diffuso anche ai nostri giorni». Abbiamo detto che con «Pilato sempre» tu ritorni al teatro. Hai fatto tante cose, ma giova ricordare che hai debuttato in «La donna del mare» di Ibsen diretta da Giorgio Strehler. Che ricordo ne hai? «È difficile riassumere tutto quello che mi ha dato. Diciamo che mi ha trasmesso la grande passione per il teatro. Ne ho un ricordo straordinario. Era un uomo che bestemmiava, che ti spronava. Che al limite ti trattava pure male, ma era per il tuo bene e per l'opera che ti sembrava stesse creando dal nulla».
Teatro, cinema, televisione...quali le differenze? «A Teatro sei padrone del tuo personaggio. C'è tanto rischio ma anche tanta soddisfazione. Il cinema è legato ad altri meccanismi, magici e misteriosi, che ti sfuggono. La televisione è amore con il pubblico». Un sogno nel cassetto... «Fare andare in porto i progetti artistici cui tengo di più».

Claudio Ruggiero

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