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Fiuggi. Un caffé per Fassbinder. Aldo Giuffrè: «Questo per me è una specie di ritorno alle origini. Una
denuncia dura e spietata al Dio Denaro»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Aldo Giuffrè. Lui è un grande attore che non ha bisogno di presentazione.
Nella vita professionale ha interpretato di tutto, dal teatro greco alla commedia napoletana. Apprezzato
anche per i ruoli leggeri e brillanti, «La bottega del caffé», la rilettura di Fassbinder dell'omonimo capolavoro
di Carlo Goldoni (in scena al Teatro delle Fonti di Fiuggi) rappresenta un po' una sorta di ritorno alle origini. «È una denuncia molto forte,
in scena si alternano personaggi dai visi segnati dalla povertà e dalla miseria, il denaro che misura ogni
cosa in un crescendo che porta un personaggio,
Vittoria, a scegliere la prostituzione nella speranza di risollevarsi da una vita di stenti, e Trappolo, il servo che ha risparmiato
tutta la vita che uccide Don Marzio come emblematica chiusura di vite arrivate allo stremo».
Claudio Ruggiero
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