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Viterbo. La magia. Gabriele La Porta: «La nostra mente è viziata dallo scientismo, non dalla scienza». Limiti e distrastri del positivismo

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Gabrele La Porta, filosofo, direttore del palinsesto notturno della Rai, grande appassionato di "studi tradizionali" ed autore, tra l'altro, del volume "La Magia" (Nuova Eri, edizioni Rai). Magia, simbolismo, pensiero universale: sono queste le chiavi interpretative della realtà? «Senz'altro. Oltre, ovviamente, all'anima. Un concetto scientifico. L'anima è la parte "comunicatrice" tra conscio e inconscio. Ebbene, l'anima ha bisogno di storie, di racconti, di percorsi narrativi. Come i sogni. La nostra mente ha bisogno di poesia. Perdere la poesia vuol dire perderci». Lei ha detto che la nostra mente è viziata dallo scientismo e non dalla scienza... «Adesso c'è un pensiero unico, ateo-materialista che, in nome del positivismo, sta distruggendo il pianeta». Secondo lei, il corpo ha dei rapporti con il mito, con la spiritualità? «Io credo che dobbiamo ripercorrere a ritroso la storia dell'uomo. Questo potrà portare un giorno dei frutti». Perché nel momento in cui si entra in un percorso magico-iniziatico, la divisione tra bene e male non è mai netta... «Non può esserlo. Noi siamo anche il male. Il Cristo è inscindibile dalla parte luciferina. E guai a perdere la nostra "ombra". Bisogna trovare il nostro equilibrio: con la parte oscura bisogna venirci a patti». Lei spesso parla di "circolarità temporale", tutto esiste e pre-esiste contemporaneamente... «L'infinito occupa tutti gli spazi e tutti i tempi. Quindi non può esserci un prima o un dopo, un oggi o un domani. Tutto è contemporaneamente. La nostra storia è già stata scritta. La nostra tela è stata già tessuta e dipinta. Solo che noi non la vediamo davanti. Non dalla parte del disegno ma dietro, dalla parte dei "nodi". E quindi non ci capiamo niente. Siamo allo stesso tempo liberi e determinati». Cos'è per lei il cuore? «La sede dei sentimenti. Gli antichi dei egiziani giudicavano i morti pesandogli il cuore. Chi ama, chi ha passioni può affrontare il divino. Chi non ne ha, finirà per distruggere se stesso e gli altri».

Elisabetta Rizzo

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