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Latina. Acqua azzurra poco chiara. Legambiente: «Non abbiamo ancora avuto risposte
riguardo le perplessità che abbiamo già manifestato»
«Naturalmente siamo noi ad aver capito male e ad esprimerci peggio. Ci mancherebbe!». Sono polemici i toni
del Direttivo del Circolo Legambiente di Latina.
«Sulla questione relativa alla costituzione della società pubblico-privata per la gestione del servizio idrico integrato dell'ATO 4, abbiano avanzato delle richieste di spiegazioni in sede politica e in sede giudiziaria, su aspetti che, da qualsiasi parte vengono osservati, non quadrano. Ma evidentemente è colpa nostra.
In sede giudiziaria, interessata all'inizio dal sindaco di Amaseno (sindaco di AN, ndr), sarebbe già emerso che, in base a quanto verificato dai periti nominati dalla Procura di Latina, la cordata che aveva presentato l'offerta migliore nella gara, non era esattamente quella determinata dalla maggioranza della commissione tecnica nominata per valutare le offerte; tale indicazione fu fatta propria dalla maggioranza della conferenza dei sindaci dell'ATO (ricordiamo che sui 21 presenti, oltre ad Amaseno, anche Bassiano, Sermoneta e Pontinia votarono contro). La decisione quindi fu fatta in sede politica, mentre sul piano tecnico esistevano delle contrapposizioni di vedute che non sono mai state superate, nonostante lo stesso Presidente della Provincia di Latina, avesse a suo tempo annunciato la nomina di un "advisor" per derimere la questione.
Ed è sul piano politico che ancora non giunge alcuna risposta rispetto alle perplessità e alle informazioni che abbiamo fornito nelle settimane passate.
In particolare non giunge alcuna indicazione sul perchè il plenipotenziario Amministratore Delegato di Acqualatina, pur con tutte le sue competenze (ci mancava solo il contrario), provenga proprio dalla SIBA (Società Italo Britannica dell'Acqua), che è controllata (attualmente al 50%) da quella EMIT di Milano, finita in una serie di guai giudiziari in tutta Italia a seguito del troncone di Tangentopoli riguardante, guarda caso, anche depuratori e discariche. Molti di tali procedimenti sono ancora in corso. Basta farsi una piccola "navigata" su Internet per fare il conto approssimativo.
Inoltre ci interessa sapere particolari di quella strana cordata che avrebbe vinto la gara; la cordata stessa è formata da 6 società; GdE-Vivendi, Enel Hydro, Acquedotto Pugliese, SIBA, Italcogim e Emas Ambiente. Si tratta di tre contenitori e di tre contenuti, perchè GdE-Vivendi controlla (attualmente, aggiungiamo noi) l'altro 50% di SIBA, l'Enel controllava l'Acquedotto Pugliese e Italcogim controlla interamente Emas Ambiente (che a sua volta controlla la Waste Management Italia, attuale partner di Latina Ambiente).
In alcune delle società "contenute" ci sono interessi diretti delle famiglie Colucci, Fabiani e Pisante. Esattamente come abbiamo già indicato, e poco importa la quota societaria che detengono attualmente in Acqualatina, perchè i passaggi di quote azionarie e di incarichi societari, sembra essere lo sport preferito dai proprietari di tali aziende».
«Le tre società "contenitore" inoltre, rappresentano corposissimi interessi economici e sono legate tra loro, anche questo già segnalato, dal particolare di essere: l'una la più grande multinazionale europea nel settore dei rifiuti (GdE-Vivendi), l'altra il più grande gruppo italiano sempre nel settore dei rifiuti (Italcogim-Emas A.-Waste M.I.) e l'altra ancora (Enel) il più grande utente italiano nel fabbisogno di smaltimento per i rifiuti provenienti dalle proprie centrali di produzione di energia elettrica. E tutte insieme vincono la gara per il servizio idrico proprio di questa provincia, mentre ora la Procura dice il contrario. Proprio non capiamo.
Ulteriormente ci siamo permessi di sollevare dubbi sul fatto che si sono autonominati consiglieri di amministrazione per la parte pubblica di Acqualatina, proprio quei personaggi politici che da un lato hanno votato a favore per la scelta dell'offerta di quella cordata (con relativi aumenti tariffari a carico degli utenti), mentre dall'altro rappresentano la punta più avanzata di quanto peggio si possa fare nella gestione dei servizi idrici finora separati: l'ennesima invasione di alghe di quest'anno sul nostro litorale è la firma di tale incapacità.
Se al tutto aggiungiamo il fatto che l'attività di controllo da parte pubblica sulla Latina Ambiente (nella quale ritroviamo alcune delle società costituenti Acqualatina), non è stata poi così affannosa, visto che si sono persino scordati di rinnovare i consiglieri di amministrazione scaduti e/o deceduti, il nostro quadro confusionario sulla vicenda diventa smisurato.
Forse abbiamo adottato un punto di vista sbagliato: quello di chi è abituato a controllare gli impatti ambientali ed economici (sulla pelle e sulle tasche dei cittadini) di certe scelte politiche.
Eppure, nonostante tutto, non abbiamo alcuna intenzione di cambiare punto di osservazione. Come si suol dire: "ormai abbiamo preso quella nota"».
Mauro Cascio
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