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Formia. Il silenzio dei comunisti. Vittorio Foa: « Un pezzo importante
della nostra storia contemporanea che rischia di restare senza testimoni»
A ParvapoliS Vittorio Foa, personalità di spicco e "vate" della sinistra italiana. Era ancora un giovane avvocato torinese quando venne incarcerato per antifascismo; partecipò alla Resistenza, fu eletto all'Assemblea Costituente e poi fu sindacalista, parlamentare, docente universitario.
Oggi, nonostante i suoi 92 anni, veste i panni di interrogante ermeneuta, come lo ha definito Mario Pirani su Repubblica, e nel libro "Il silenzio dei Comunisti" – presentato a Formia
dall'attivissima libreria Tuttilibri – tenta di mettere in difficoltà Miriam Mafai e Alfredo Reichlin con una serie di domande che puntano dritto al problema: "Dove sono i comunisti italiani? Quali sono le loro scelte riguardo alla situazione attuale? Ci sono ancora comunisti? Se sì in quale modo? Se no, cos'è che gli ha fatto cambiare idea?".
Ne libro appare quindi evidente la coscienza che qualcosa non funziona nel meccanismo partitico degli "eredi" del comunismo in Italia, e cioè dei Ds, che sembrano non fare i conti con la propria tradizione: ma c'è anche la consapevolezza che "il comunismo è comunque un pezzo importante della nostra storia che rischia di restare senza testimoni". Ed è così che tramite una forma epistolare, e con due interlocutori d'eccezione come Mafai e Reichlin, "ho potuto spaziare dal ruolo di Togliatti al pacifismo, dal compromesso storico di Berlinguer alla contaminazione coi no-global, dal rapporto con l'URSS al confronto con la globalizzazione".
D'effetto anche il titolo scelto, che rimanda sinistramente al celeberrimo thriller "Il silenzio degli innocenti"; ed è proprio qui che ci spinge a riflettere questo libro pieno di spunti interessanti per il ragionamento: i comunisti sono davvero "innocenti" riguardo alla situazione politica attuale in Italia?
Berlusconi è davvero "il Cannibale" da sconfiggere? Ed è possibile che se il Cannibale latita, la sinistra non sembra avere altri argomenti oltre la critica distruttiva nei suoi confronti? Usciremo mai dal "thriller" istituzionale in cui siamo oggi?
E forse, per rispondere, possiamo usare solo le parole dello stesso Foa:
«Se vogliamo che le cose migliorino dobbiamo pensare che possano migliorare; la scelta è tra un mondo di possibilità e un mondo di fallimenti».
Glauco Di Mambro
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