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I pattini, le rotelle, il Tricolore, l’autoradio

Campionati Europei di pattinaggio. Una manifestazione importante. È la prima volta che Latina ospita una competizione continentale. Intorno al campo CONI si aggirano atleti provenienti da mezza Europa. C’è pure qualche bella ragazza, che non guasta mai. Gli Italiani sono tra i favoriti. Ma ai nostri concittadini non sembra interessare molto. Purtroppo, sono presi dal contemporaneo svolgersi di ben altri eventi. L’Europeo di pattinaggio ha avuto la sfortuna di capitare in concomitanza con lo sport preferito dai latinensi: lo Struscio. Ed il sabato, in piazza, c’è pure la finale. Certo, quelli sui pattini sono sportivi veri, gareggiano solo per passione. Non vengono pagati due miliardi al chilo. Hanno un bel fisico, anche se, stranamente, le vallette non li prediligono come fidanzati. Ma del resto, che gusto c’è senza arbitri che sbagliano, odio per l’avversario, violenza, cori razzisti, futili dibattiti? Bisogna pure comprendere le esigenze del pubblico. Ecco, io, umilmente, avanzo una proposta per suscitare l’interesse dei palati più fini: perché non schiamazzare per le strade dopo ogni vittoria dei pattinatori italiani? Sarà che io sono di quelli che ancora si emozionano a vedere il Tricolore nelle piazze, ma perché solo il calcio riesce a risvegliare l’indolente sentimento nazionale? Se per tifare vi serve qualche slogan di cattivo gusto, spremetevi le meningi ed inventatene qualcuno appositamente per questo sport. Si potrebbe pensare a cose del tipo “Hai qualche rotella fuori posto”. Oppure sostituire “Arbitro cornuto” con “Fotofinish sfuocato”. Se avete ulteriori idee, saranno molto gradite a redazione@parvapolis.it. Se non ci riuscite, venite con spirito sportivo alla pista del CONI in via Botticelli e probabilmente ne risulterete illuminati. Tuttavia, qualche autentico appassionato latinense l’ho trovato. E mi ha dato pure qualche bella dritta sul pattinaggio, ma ve ne parlerò un’altra volta, con più calma. Piuttosto, volevo darvi un altro buon motivo per assistere a questa manifestazione: non bisogna mai mancare alle occasioni di un certo rilievo. Perché, dove c’è la gente che conta, non si finisce mai di imparare. Era da tempo che mi ero accorto di una simpatica abitudine degli automobilisti, soprattutto romani: attaccare un Compact Disk sul lunotto posteriore della macchina. Ora, sicuramente ognuno è libero di farsi bello con le cose che ha. E se uno ha speso i soldi per mettere il lettore CD in macchina, ha tutto il diritto di comunicarlo al resto del mondo. Credevo però che chi potesse vantare una aristocratica autovettura, una di quelle che ti giri ad ammirare, non avesse bisogno di ostentare un optional di così poco conto. Ma viviamo nella società dell’immagine e tutto fa brodo. Proprio questo ho imparato da chi conosce meglio di me il mondo. Avevo trovato in offerta ai grandi magazzini un lettore di CD, ne avevo quasi vergogna: non ha il caricatore, salta anche se scalo la marcia, non legge i CD dei marocchini (ma che razzista!). Da oggi, ho deciso di farlo sapere a tutti. Per cui, attaccherò pure io il mio bel disco. Invitando i possessori di mangianastri a fare lo stesso. Se ritenete che l’effetto con le cassette non sarebbe il medesimo, fatemelo sapere, sempre a redazione@parvapolis.it.

Alessandro Lampasi


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