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Formia. La grande Atletica. Sara Simeoni, la campionessa della "guerra fredda": «Le ragazze dell'est erano le più brave. Per orgoglio»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Sara Simeoni, direttrice del settore promozione e propaganda della Federazione Italiana Atletica Leggera, a Formia per i Campionati Italiani per regioni dove, tra l'altro, ha presentato il libro di Graziano Paissan «Gioco, divertimento e atletica». Che libro è e a chi è rivolto? «È un progetto vecchio un anno. Un modo per proporre un metodo di lavoro ai maestri della scuola elementare. L'oggetto del nostro interesse sono i bambini. Un manuale, quindi, che per il momento è distribuito dalla federazione; ma non è detto che in futuro si possano usare altri canali di distribuzione, come le librerie». Parlando con Lei non si piò fare a meno di parlare di salto in alto. Ha gareggiato negli anni 80, in piena guerra fredda. Una curiosità: come erano le atlete dell'est? «Le più brave, sicuramente. Era quasi una questione di orgoglio nazionale. Tra di noi c'era stima e affetto ma non avevamo molte occasioni di scambio o di confronto. Un ambiente diverso, più chiuso di quello di oggi. Ma con qualcuna per un po' ci siamo scambiate le cartoline. Oggi purtroppo ho perso gli indirizzi». Com'è cambiato il mondo dell'atletica? «Oggi è uno sport meno seguito. Noi siamo abituati a seguire le mode. Ai miei tempi c'erano tanti campioni. Oggi c'è oltretutto un'offerta sportiva molto più vasta». Lei ha sposato un atleta, ex campione di salto in alto, Erminio Azzaro. Due mondi simili e così diversi: veneta lei, salernitano lui. «Beh, il nostro matrimonio sembra che funzioni. Lui oltretutto ha doti culinarie notevoli. Così a tavola c'è un incontro di piatti interregionali».

Claudio Ruggiero

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