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Latina. Sciopero della scuola, per la scuola. Giovanni Faticoni (Uil): «Occorrono investimenti certi. Contro i tagli e per il rinnovo
del contratto»
Gli impegni che il Governo ha assunto pubblicamente e il Ministro ha confermato
nei vari incontri con le organizzazioni sindacali vanno mantenuti.
Il contratto del personale della scuola è scaduto dal dicembre 2001.
Oltre un milione di persone che lavora nelle scuole è senza il nuovo contratto,
con retribuzioni ferme al 2001 erose dal potere d'acquisto. Le ricadute negative,
oltre che economiche, sono anche morali, al fronte del particolare impegno che una
professione così importante e delicata e importante richiede. «L'obiettivo» –
spiega Giovanni Faticoni, segretario della Uil Latina, «deve essere quello di chiudere al
più presto il nuovo contratto, per fare avere gli aumenti "in tasca" al personale entro l'anno.
Che fine ha fatto il piano pluriennale di investimenti di 15-19mila miliardi delle vecchie
lire annunciati per la scuola? Partirà nel 2004? Quanto è previsto per la valorizzazione
professionale dei docenti e del personale Ata? Non vorremmo che si risparmi per la scuola
pubblica e che gli investimenti per l'istruzione prendano poi altre destinazioni.
Occorrono investimenti "certi". Le modifiche possono essere fatte in un quadro di investimenti
e non di tagli. In provincia è fondamentale dare certezze e sicurezze a tutto il personale
impegnato ogni giorno a scuola, quella scuola, e parliamo di quella pubblica, frequentata
dal 93% degli studenti italiani.
La nostra azione sindacale è rivolta ad avviare e chiudere il più rapidamente possibile
la trattativa per il rinnovo contrattuale. Sollecitiamo chiarezza anche sul piano pluriennale
di investimenti che ha trovato riscontro nel Dpef predisposto dal Governo, ma che è rimasto
solo allo stato di intenzione. Chiediamo che il Governo precisi "nero su bianco" quante risorse
intende destinare agli investimenti per la scuola e al rinoscimento professionale degli operatori.
Sono richieste concrete – dal rinnovo del contratto alla definizione delle risorse per il piano
pluriennale – che giungono in modo forte da tutti i lavoratori della scuola al di là di ogni
appartenenza politica. Occorre evitare l'ampliarsi di tensioni proprio in un momento in cui la scuola
ha necessità di un clima sereno e positivo, anche in relazione al complesso processo riformatore».
In piazza si scende lunedì prossimo, il 14 ottobre.
Mauro Cascio
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