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Latina. Forum sull'accordo di Basilea. Giovanni Catracchia: «È stato ignorato il ruolo dei Confidi. Una intermediazione sempre fondamentale»

«Strutture creditizie che per 40 anni hanno sostenuto la PMI, segnandone la crescita: un ruolo che sembrerebbe dimenticato dagli Accordi di Basilea che di fatto ha ignorato l'esistenza dei Confidi», questo quanto sostenuto dal Presidente del Confidi Lazio, Giovanni Catracchia. «Permettetemi di introdurre i Confidi parlando in numeri, che ci riportano cifre di oltre 16mila miliardi di lire di crediti in essere garantiti a fine '99. E ci stiamo limitando a parlare del settore industria ed artigianato, a cui scendendo nel dettaglio, corrispondono rispettivamente 8.550 e 6.450 miliardi di crediti concessi, per il 50% a medio termine. Vediamo anche le percentuali che costituiscono la cartina tornasole dell'efficacia del Confidi come strumento creditizio, ovvero le percentuali delle insolvenze. Abbiamo
- 0,7% dei crediti garantiti
- 0,37% dei crediti in essere
- 1,5 % dei confidi artigiani
contro le sofferenze del sistema bancario pari all'8,7%.
Credo che ci sia poco da commentare in numeri come questi, se non ricordare che Confidi non significa solo garantire un credito, ma anche ottenerlo a condizioni più vantaggiose. Il ruolo di mediazione svolto dai Confidi, tra realtà bancarie e realtà imprenditoriali, si basa su una conoscenza che è peculiare di un organismo creato dalle PMI e ad uso di queste. La conoscenza del tessuto economico locale, la selezione, il controllo esercitato dagli stessi soggetti che formano il Confidi e del Confidi si servono, dà vita ad uno strumento creditizio che si è rivelato vincente fin dalla sua nascita e che continua a riscuotere successi. Alla luce di questo proprio non si capisce come possa ignorarsi, nel riformulare il sistema di erogazione del credito, proprio non si capisce il silenzio in merito ai Confidi. Non si capisce anche in riferimento ad un'altra importantissima funzione: quella della consulenza aziendale. È normale che uno strumento, che potremmo dire si alimenta di se stesso, è sempre alla ricerca della soluzione migliore per chi chiede di fruire di un servizio. La burocrazia – lo sappiamo – è qualcosa che esiste ancora e di cui ci libereremo molto a fatica, forse tra qualche decennio sarà molto più semplice avvalersi di determinati finanziamenti, ma di certo non si può pensare che al 2006 non ci sarà più bisogno di una consulenza aziendale mirata alla ricerca delle migliori condizioni di credito. Si può pensare che sia facile parlar bene di sé stessi, poiché io sono un Presidente di Confidi. Ma è stato il mio credere e capire l'importanza del Confidi che mi ha portato ad accettare la carica. Ed oggi sento di dover uscire allo scoperto, di chiedere che il silenzio di Basilea si trasformi un una forte spinta semmai a potenziare i Confidi. Se, infatti, vogliamo trovare un lato che andrebbe migliorato nei Confidi, possiamo senz'altro individuarlo in una frammentazione delle realtà che rischia di diventare dispersione e perdere vigore. Nel senso che circa 800 Confidi in Italia sono probabilmente troppi, e, nonostante gli ottimi risultati raggiunti, c'è il forte sentore, c'è la certezza, che una contrazione delle realtà, porterebbe ad un loro conseguenziale potenziamento. Tornando a Basilea non possiamo ignorare, che a fronte della prevista standardizzazione del sistema creditizio, e del punteggio da attribuire a banche ed aziende per stabilire i parametri relativi all'erogazione del credito, non è stato considerato fattore positivo l'intervento a garanzia del Confidi. Ci sembra, ma è talmente tanto ovvio che è difficile da pensare il contrario, che alla luce di una richiesta garantita da un Confidi l'azienda possa ottenere un punteggio maggiore e, quindi, migliori condizioni. Qui mi rivolgo alle nostre autorità: già sensibili a questa problematica, mi permetto di invitarle a non abbassare il livello di guardia e di farsi portavoce di un'esigenza assolutamente necessaria per garantire competitività alla nostra economia. Una competitività che le nostre aziende hanno in sé, ma che assolutamente deve essere aiutata ad emergere. Come imprenditore e come associato Federlazio, prima ancora che come Presidente del Confidi, devo richiamare l'attenzione del nostro mondo politico sulla strada intrapresa dalle PMI locali. Una strada che si chiama eccellenza e certificazione, due elementi che saranno imprescindibili una volta attivi gli Accordi di Basilea. Come imprese siamo state chiamate a sostenere un notevole impegno finanziario per perseguire la strada della qualità e della trasparenza: abbiamo affrontato questo impegno consapevoli che l'economia del terzo millennio è un'economia evoluta. Siamo consapevoli dell'importanza di una certificazione di determinati parametri che l'azienda potrà testimoniare solo con la certificazione del bilancio: un passo che sembra ancora lontanissimo da compiere qui, nella nostra provincia, e che pure deve essere fatto entro il 2006 per potersi presentare in banca con le carte in regola. A fronte di questo, però, dobbiamo trovare una classe governativa e amministrativa altrettanto evoluta, pronta a cogliere i fattori di positività e a portarli avanti in ogni sede di discussione e ad ogni livello di decisione. Poteva piacerci, inutile negarlo, la strategia degli incentivi a pioggia, dove, più che essere capaci imprenditori, era importante essere agili frequentatori della burocrazia e le richieste al politico potevano essere quelle di far passare qualche legge in più sui finanziamenti. Dalla Cassa del Mezzogiorno siamo usciti da ormai un decennio, ci stiamo pian piano abituando all'idea di dover camminare da soli ed in realtà ci sono ampi e confortanti segnali positivi della PMI locale in tal senso. Proprio da questi segnali positivi ed in crescita deve ripartire il sistema economico, che è indissolubilmente legato a quello bancario. Ancora una volta, quindi, torno a sottolineare l'importanza della crescita della PMI, che non solo ha un futuro, ma è il futuro, almeno di questo territorio. Torno a sottolineare l'importanza del credito per la Pmi, un'importanza talmente basilare che la PMI stessa si è creata uno strumento ad hoc, e funzionante».

Mauro Cascio


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