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Aprilia. La Città di Carta. Giorgio Muratore: «Dovete ricostruire la
Casa del Fascio. E sfruttare Antonio Pennacchi, una risorsa preziosissima»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Giorgio Muratore, docente all'Università La Sapienza di Roma.
«La città di Carta» è una mostra-convegno presentata in occasione
del 65° della inaugurazione della Città di Aprilia. Un modo per
ripensarla, parlando anche di progetti non realizzati e di idee
per il futuro. Presentata dall'Associazione Ingegneri ed Architetti di Aprilia,
nasce dalla duplice consapevolezza che la riqualificazione, ormai improcrastinabile, della città, per recuperare ad una dignità urbana
il centro e le periferie, abbia bisogno di idee e progetti e che queste
idee e progetti possano essere in buona parte prodotte da intelligenze
apriliane.
«Un'ottima occasione per riprendere le fila di un discorso cominciato
tanti anni fa. Ma anche occasione di incontrare tanti amici. E tanti
studenti. Speriamo che abbiano occasione di fare qualcosa. Questa
città ha bisogno di essere studiata, ma anche di essere progettata».
Questo comune demolito nel 1971... questo comune nuovo che non si
capisce se somiglia più a una locomotiva o a un ospedale. Lei che ne pensa? «L'unica chance di Aprilia per uscire dal dimenticatoio e bucare
i media è ricostruire la Casa del Fascio. Senza contenuti o riferimenti
ideologici o politici. Com'era e dov'era. L'idea di riprendere quel
progetto vuol dire riappropriarsi di una storia. Breve ma importante».
A telecamere spente un giudizio sullo scrittore Antonio Pennacchi,
presente al convegno... «È una delle risorse più importanti della
provincia. Usatelo. Sfruttatelo».
Gianfranco Compagno
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