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Latina. Articolo 18. Bruno Creo: «In qualche aspetto lo Statuto dei Lavoratori va rimodellato. La situazione, oggi, è profondamente cambiata»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Bruno Creo, consigliere comunale e segretario cittadino di Alleanza Nazionale. Si è tenuto ieri un incontro sullo Statuto dei Lavoratori. Ha ancora un senso, nel 2002, parlare di "diritti dei lavoratori", e di "diritti sindacali"? «Penso di sì. Si sta estremizzando tutto. Certi diritti che si pensavano acquisiti, non lo sono più. La grande industria è in crisi. Anche da un punto di vista di dignità dei lavoratori sul posto di lavoro stiamo verificando che qualche difficoltà c'è, rispetto a un decennio fa». Non ritiene che ci sia una tutela esagerata nei confronti dei lavoratori a scapito dei datori di lavoro? L'articolo 18 è una piaga per il mondo dell'impresa e un eventuale allargamento della normativa alle imprese con meno di 15 dipendenti sarebbe un grosso colpo al nuovo mercato del lavoro... «Sì, in questi giorni si sta dibattendo molto su questo tema. Anche il Governo si sta ponendo la questione. Ed il giudizio sulla necessità di rivederlo è pressoché unanime, a parte qualche frangia di destra sociale presente in An o il mondo sindacale». L'articolo 18 non è stato toccato però dal Governo... «È una forma di garanzia. Dobbiamo aprire il mercato del lavoro, ma forse l'apparenza inganna: qualche ricco diventa sempre più ricco e il povero sempre più povero». Parliamo dei Sindacati. Lo Statuto dei Lavoratori li vuole "maggiormente rappresentativi" e pone, di fatto, un limite alla creazione di nuove sigle sindacali. Non limita troppo il raggio d'azione? «Da questo punto di vista lo Statuto va rimodellato. Sono passati più di trent'anni. L'evoluzione ha cambiato molte situazioni. Il monopolio ai tre sindacati io non lo darei. Certo che poi una frammentazione eccessiva pone dei problemi nel momento in cui bisogna cercare un dialogo col Governo. Il Governo, è chiaro, non può incontrare 250 sindacati». Volendo può anche non incontrarli proprio... «Ma no, non penso che si possano buttare duecento anni di storia. Il sindacato, nella veste migliore, deve continuare a svolgere il suo ruolo». Un'ultima domanda sugli istituti di patronato, che vogliono finanziamenti pubblici? «Inviterei lo Stato a fare una maggiore attenzione».

Marco Battistini

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