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Latina. Pedofilia. Riccardo Pedrizzi (An): «C'è bisogno subito di un nuovo umanesimo che escluda
il radicalismo individualista e l'edonismo»
«Contro il dilagare di un fenomeno turpe quale quello
della pedofilia, le norme e le misure contenute nel
primo Piano nazionale di contrasto e prevenzione della
pedofilia, presentato oggi dal governo, sono
indispensabili, ed è da sottolineare con forza il
meritorio sforzo dell'esecutivo di dare una risposta
concreta, innovativa e organica alla domanda di tutela
dei minori che sale dalle famiglie italiane.
Finalmente, insomma, si passa dalle parole ai fatti
contro gli orchi che insidiano i nostri figli». Lo
dichiara il senatore Riccardo Pedrizzi, responsabile
nazionale di AN per le politiche della famiglia e
vicepresidente della consulta etico-religiosa del
partito.
«Però è chiaro -aggiunge- che tutto questo non basta.
Occorre che l'intera società, e soprattutto i
mass-media, ripensino un umanesimo integrale, che
riveda dalle fondamenta l'idea dominante dell'uomo e
ne proponga una diversa, realmente unitaria e
coerente. Perché ci sono troppi cattivi maestri, che
distruggono i valori fondamentali della vita del
singolo, della famiglia e della convivenza sociale, e
pochi limiti etici».
Secondo Pedrizzi, "la pedofilia, come altre piaghe
morali e sociali dei nostri tempi, nelle dimensioni
che ha assunto, non nasce come un fungo in terreno
vergine, ma è frutto di un brodo di coltura, di un
vivaio di idee e di valutazioni che risultano
funzionali allo sviluppo di comportamenti
inaccettabili. Si pensi alla visione del radicalismo
individualista, del libertarismo edonista secondo la
quale è lecito tutto ciò che è liberamente voluto;
alla concezione della corporeità sganciata dalla
spiritualità, del piacere che non ha limiti, della
sessualità considerata come esercizio puramente
ludico. Queste idee -rimarca il senatore- sono pane
quotidiano della comunicazione di massa che ha potere
di condizionare la coscienza fino a oscurarla e a
renderla incapace di discernere il bene dal male. Vi
sono alcuni comunicatori -incalza l'esponente di AN-
che si impalcano sugli scranni dei loro talk show e
sputano sentenze tra il plauso dei loro invitati,
pronti a osannare alla libertà di scelta e ad ogni
forma di trasgressione, mentre chi osa contraddirli è
immediatamente etichettato bacchettone e bigotto,
retrogrado e disinformato. C'è bisogno, insomma,
-conclude Pedrizzi- di un ritorno alla barriera
morale, alla frontiera etica, al senso del limite, di
ciò che si può fare e di ciò che non si può fare».
Mauro Cascio
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