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Gaeta. Una denuncia ai Savoia: «In 83 anni di regno non fecero tornare i Borbone dall'esilio né restituirono mai loro i beni espropriati. Nel 1861 aggredirono la nostra città. Da allora chiediamo i danni». Un esposto

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Antonio Ciano, uno dei responsabili del Partito del Sud. Tutto questo interesse per la meridionalità: perché? «Da 140 anni non abbiamo punti di riferimento politico, sindacale o di categoria. Tutti fanno riferimento al blocco economico padano. Così come nel nord esistono espressioni regionalistiche come la Lega Nord o l'Unione Valdostana, vogliamo avere la nostra visibilità, noi che minoranza non siamo. Il Partito del Sud è un'espressione della nostra cultura, della nostra tradizione». Quali sono i vostri progetti? «Unire effettivamente l'Italia. Oggi c'è un nord ricco e prospero e un sud piano di miseria e disperazione. L'Italia non è stata fatta dai Savoia. È una bestemmia. L'Italia è nata a giugno del 1942. Noi siamo stanchi di fare emigrare i nostri figli. Camminiamo, oggi, sulle strade costruite dai romani o dai Borboni». Ha accennato alla vostra posizione nei riguardi dei Savoia. E ci pare abbastanza critica... «Non può non esserlo. Durante i loro 83 anni di regno, non hanno fatto rientrare i Borbone in esilio. Né hanno mai restituito i beni espropriati. Senza contare gli eccidi perpetuati. A Genova come a Palermo, a Ponte Landolfo come a Sant'Eramo in Colle: migliaia di vittime. Nel 1861, senza dichiarazione di guerra, aggredirono la nostra città che subì qualcosa come due milioni di lire di allora. Con deliberazione unanime del consiglio comunale Gaeta chiese i danni al Parlamento di Torino. Oggi torniamo a chiedere a questi signori i danni subiti». Una denuncia sarà presentata in settimana alla Procura della Repubblica.

Glauco Di Mambro

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