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Latina. Il futuro delle province del Lazio. Moscardelli: «Storace non ha mantenuto le
promesse fatte. Fortissimo, oramai, il rischio scissione»
«La legislatura della Regione Lazio è giunta a metà ed è sotto gli occhi di tutti che il governo
regionale non ha mantenuto le sue promesse: per Latina, in particolare, non c'è nulla all'attivo,
a cominciare dalle infrastrutture, prima tra tutte il raccordo autostradale Cisterna-Valmontone».
L'analisi è di Claudio Moscardelli, coordinatore provinciale de La Margherita.
«Questo collegamento costituisce la priorità delle priorità, di importanza strategica per intercettare, a beneficio di tutta la provincia, i grandi flussi di persone e merci da e per
l'Europa, in grado di farci esercitare un ruolo di attrazione per le aree industriali di Nettuno,
Anzio e Pomezia. Considerata la marginalità politica ed economica che caratterizza il ruolo nelle province nelle scelte regionali, occorre chiedersi quali iniziative attivare per superare questa fase di grande difficoltà. Tra poco la Regione Lazio sarà chiamata a rivedere lo Statuto
regionale ed approvare una nuova legge elettorale: tutto ciò mentre sono in campo le proposte
di trasformazione di Roma in Città Regione, ossia il Lazio senza Roma (Storace) – con il rischio di disintegrare la Regione – o in area metropolitana vasta, ossia Roma più la provincia di Roma
sempre nella Regione Lazio (Veltroni) – con il rischio di appesantire in termini non più
sopportabili la marginalizzazione delle province. La legge elettorale regionale attuale
penalizza le province e determina uno squilibrio pesante sia per la rappresentanza
che per le risorse, all'80% destinate all'area romana. Questa situazione ha arrecato danni
economici notevoli alle province, appesantiti per Latina e Frosinone dal fatto di essere zone
cuscinetto, a ridosso delle aree in Obiettivo 1 e quindi maggiormente favorite
da finanziamenti e incentivi per le aziende. Oggi la condizione del Lazio è di grande difficoltà e se togliessimo dai dati regionali la forza economica di Roma, i fondamentali economici
delle province sono a livello di profondo sud. La proposta della Regione del Lazio sud
rischia di essere solo una suggestione, mentre si vanno concretizzando appuntamenti decisivi per le prossime elezioni regionali del 2005 come la nuova legge elettorale. È indispensabile promuovere una forte iniziativa politica che veda solidali tutti gli schieramenti per sostenere
un principio basilare per la nuova legge elettorale: l'abolizione del cosiddetto "listino" e che
nessuna circoscrizione, in particolare Roma, abbia più della metà dei seggi dell'intera regione.
Questo approccio è espressione di un'aspirazione per la provincia di Latina di uno sviluppo
che si integra ma non è dipendente da quello romano. Se questa opportunità non venisse colta,
si comprimerebbe a tal punto l'autonomia delle province da alimentare spinte secessionistiche,
come unica risposta agli squilibri provocati dall'egemonia romana. Consapevoli della grande
importanza di questo passaggio, in collaborazione con il gruppo consiliare provinciale,
abbiamo organizzato un convegno dal tema "La nuova legge elettorale e il futuro delle province
nella Regione Lazio". Parteciperanno il segretario regionale Ambrosi, i parlamentari
regionali e nazionali del Lazio della Margherita, il Presidente dell'Amministrazione Provinciale
di Frosinone Francesco Scalia, oltre ai dirigenti provinciali del partito e al capogruppo
della Provincia Erasmo Fiumara».
Mauro Cascio
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