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Roma. «Ah! Mammà!! La Revolutiòn». Antonio Lanera: «Un esempio di come un grande evento storico possa incedere sul destino di un uomo»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Antonio Lanera, autore e regista dello spettacolo «Ah! Mammà!! La Revolutiòn (ovvero l'inverosimile ascesa e rovina teatrale di Giggino capocomico ex Re di Napoli), in questi giorni a Roma al Teatro Duse. «Liberamente ispirato a «Lettere alla madre» di Charles Baidelaire, è il risultato di un processo di sedimentazione di temi e suggestioni che mi hanno accompagnato nel corso degli ultimi anni. Altri autori e testi che mi hanno aiutato a definire le s-coordinate del testo sono Prévert, Rimbaud, Amleto, Viviani, Rilke, le "lettere di ménage" di Artaud, la Boheme di Puccini e forse altri che ancora ignoro. Le lettere di Giggino alla madre segnano i punti di snodo della sua vicenda che è da collocarso cronologicamente tra lo scoppio della Rivoluzione francese e il periodo del Terrore. Giggino è l'erede al trono di Napoli, l'ultimo di una sfilza di Luigi che lo hanno preceduto. In realtà la carriera di sovrano non gli interessa affatto: lui avrebbe preferito dedicarsi all'arte, alla poesia e al teatro ma la tradizione di famiglia glielo ha impedito. Quando scoppia la Rivoluzione Francese Giggino decide di capovolgere il suo destino: arraffa un po' di argenteria di famiglia e fugge alla volta di Parigi pronto a vivere la sua bohème artistico-rivoluzionaria. Attraverso le lettere che compongono il testo dello spettacolo (alcune forse mai spedite) Giggino informa la regina madre della sua nuova vita e cerca di metterla a parte della sua utopia. Nonostante la sua scelta sia inaccettabile secondo la logica e l'etica bottegaia e piccolo borghese della mamma, Giggino-Charles si ostina a rendergliela comprensibile. Dopo il suo arrivo a Parigi finalmente riesce a coronare il sogno di avere un teatro tutto suo. Ma... Benché il testo faccia riferimento ad un periodo storico ben preciso, non bisogna dimenticare che quella narrata è pur sempre una "inverosimile" storia. Quello che mi interessava non era, ovviamente, la precisione archeologica. La passione rivoluzionaria di Giggino è in realtà un pretesto per individuare attraverso il tema della lettera e quello usato, abusato eppur fertile del "teatro nel teatro", un punto di intersezione tra la vicenda individuale del singolo e un grande evento storico e offrire un esempio sia pure immaginario di come quest'ultimo possa incidere sul destino di un uomo».

Claudio Ruggiero

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