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Latina. Europa o Morte. Antonio Saccà: «Siamo figli della
Grecia e della disperazione esistenziale dell'Ebraismo. Infine, il Cristianesimo...»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Antonio Saccà, docente di sociologia all'Università di Roma. Di recente è uscito il suo nuovo saggio,
«Europa o morte». «Un libro che lancia l'identità europea che, io credo,
sia dovuta ai Greci, agli Ebrei e al Cristianesimo.
Mettiamo per esempio la cultura araba. Abbiamo sì avuto grosse
influenze. Pensiamo all'architettura. Pensiamo alla matematica.
Ma non ci hanno dato molto su un piano culturale o dei valori, perché
i valori europei sono i valori della persona. Siamo figli della grecia speculativa, della disperazione esistenziale ebraica e dalla "libertà della persona"
del Cristianesimo. Nell'islam, ma anche nell'induismo, c'è un'ottica comunitaria. Noi siamo, per natura, liberali. Connaturato con l'occidente c'è anche il pluralismo». L'Inghilterra, non si è ancora
(o forse non si è mai) inserita a pieno titolo nella cultura europea.
Perché? «È un dettaglio di tipo politico, non filosofico e culturale.
Le tradizioni costituzionali inglesi sono analoghe alle nostre. Purtroppo sente (troppo) l'influenza (negativa?) degli Stati Uniti».
Antonio Saccà ha pubblicato i saggi: «Letteratura italiana attuale» (1963), «Ideologie del nichilismo» (1972), «Contro la ragione» (1974), «L'assoluto privato» (1977), «La quarta scelta» (1981), «Marx contro Marx» (1983), «Ho ucciso Dio-Nietzsche» (1985); e i testi di poesia: «La conclusione» (1975), «Il silenzio» (1971), «Il clandestino» (1973), «L'ambito» (1975), «I deserti» (1988). Presso Spirali sono usciti i volumi «La parola. Poesie 1976-1985» (1986) e
«Vita e morte dell'utopia» (1987), «L’uomo provvisorio», 1989; «Ragioni di vita», 1994.
Elisabetta Rizzo
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