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Latina. Papa o non Papa. Riccardo Pedrizzi (An) è entusiasta:
«Ribadiamo tutto il nostro impegno per mettere in pratica le sue parole»
«Le parole del Papa ci interpellano direttamente e doppiamente: come
cattolici impegnati in politica che informano la propria azione alla
dottrina sociale della Chiesa, e come laici che hanno responsabilità
pubbliche. Sono parole di fronte le quali ribadiamo tutto il nostro
impegno in Parlamento e nelle altre sedi competenti per far sì
che la vita umana sia tutelata dal concepimento fino alla morte naturale;
che sia promossa la famiglia fondata sul matrimonio, anche per contrastare
la minaccia della grave crisi demografica; che sia realizzata la vera e propria
libertà di scelta educativa; che venga riconosciuto che l'anima cristiana è il cemento
dell'Europa; che venga affermata la centralità della persona umana nella sua inviolabile
dignità, la giustizia sociale, il primato dell'etica sull'economia. Il tutto per
realizzare l'autentico bene comune della nostra nazione, in una visione organica
della società, che non abbia l'individuo come punto di riferimento
ma i corpi intermedi, grazie ai quali assicurare la solidarietà». Lo ha dichiarato
Riccardo Pedrizzi, responsabile di An per le politiche della famiglia e vicepresidente
della consulta etico-religiosa del partito, commentando le parole del Papa in Parlamento.
«E questo non in una prospettiva confessionale, ma nell'intento di difendere valori
squisitamente laici in quanto umani, naturali, assiologici, radicati cioè nella stessa
natura dell'uomo, sia esso credente o non credente, e ricavati dalla mera osservazione
dell'oggettività dell'essere. Tanto da essere stati protetti anche dal diritto positivo
nella nostra costituzione, alla quale vogliamo dare piena applicazione». L'esponente di An
poi si sofferma sulle parole del Papa secondo le quali "una democrazia senza valori
si converte in totalitarismo". «È un messaggio che condividiamo e raccogliamo, auspicando
che faccia riflettere chi è chiamato a legiferare, cioè l'intera classe politica, non solo
quella cattolica. I principi oggettivi, originari e perenni del diritto naturale sono anteriori
e superiori ad ogni legislazione positiva e definiscono l'unità e l'universalità dello statuto
etico e giuridico del genere umano, presiedendo presso ogni popolo ed ogni tempo al bene
comune. Per questo la legge positiva non può contraddire quella naturale e, se lo fa,
cessa di essere democratica e diventa totalitaria, non discendendo da quel patrimonio di valori
che sono garanzia di rispetto e di tutela dei diritti di tutti, ma dalla volontà di una transuente maggioranza parlamentare che, in quanto tale, è in grado di rispettare e tutelare
solo i diritti di quei soggetti forti che hanno voce per farli valere, e non di quei soggetti
deboli che questa voce non ce l'hanno. Pur se è sempre difficile rendere forte il giusto,
la soluzione non è far diventare giusto il forte».
Mauro Cascio
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