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Roma. Massoneria Operativa. Il Gran Maestro Gustavo Raffi: «Dobbiamo andare orgogliosi della nostra storia e delle nostre tradizioni»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Gustavo Raffi, venerabilissimo Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia, la Massoneria Italiana di Palazzo Giustiniani, la prima nel nostro Paese per nascita e numero di "fratelli". La storiografia massonica distingue tra Massoni Operativi, ossia i lavoratori delle corporazioni medievali ed i Massoni Speculativi, ovvero gli "accettati" che entrarano nelle Logge per venire a contatto per la ricca tradizione accumulatasi nei secoli. Qual è la differenza sostanziale? «C'è un'evoluzione che fa sì che col tempo vengano accettati anche soggetti che non praticano l'Arte della Corporazione. Il tutto nasce dal fatto storico che, per l'epoca, gli scalpellini, i muratori, i costruttori di cattedrali erano uomini che circolavano. L'uomo che circola è un uomo che incontra altri uomini, altre esperienze, altre culture e per certi versi la Loggia diventa una fucina di nuove idee, di nuovi orizzonti. Quello degli speculativi accettati è dunque un momento importantissimo nella storia della Massoneria. Non è avvenuto lo stesso fenomeno, per esempio, nel Compagnonaggio. Il Compagnonaggio, esistente ancora oggi in Francia, non ha mai ammesso soggetti estranei alla corporazione».
E veniamo alla Liberia Muratoria di oggi. Che tipo di politiche deve adottare per evitare di essere, di continuare ad essere il comodo capro espiatorio dei mali della società? «Basta che i Massoni abbiano l'orgoglio di essere tali, che affrontino la società, che dismettano strumenti arcaici che avevano un significato quando c'era la tirannide, la teocrazia, il fascismo o il nazismo. In democrazia più sei visibile più hai diritto alla riservatezza. Più sei nascosto e più sei votato alla gogna, perché desti inquietudine. Il Massone è il portatore il grandi messaggi, di grandi principi. Qual è il suo dovere? Storicizzare questi valori, confrontarli con la realtà e vedere se sono un punto di riferimento per risolvere i drammi e le angosce che attanagliano l'uomo».
Quindi l'importante è la visibilità ma anche la circolazione delle idee... «Certamente. Il principio della tolleranza, con un linguaggio moderno si può definire la filosofia del dialogo. Se non si dialoga si rischia di diventare autistici».
Grande Oriente d'Italia e apertura al mondo femminile. È possibile? «È un discorso lungo e complesso. Non riguarda la Massoneria italiana in sè e per sè perché il GOI è in un circuito internazionale di Massonerie regolari. Questo problema va risolta in quella sede perché ogni fuga in avanti o indietro porterebbe la nostra esclusione da questa realtà. Bisogna solo vedere dove porterà il dibattito che si è acceso in seno alla Massoneria da un po' di tempo...».
Nei giorni scorsi il Gran Maestro aveva anche commentato l'invito del Parlamento italiano al Papa. «Una ulteriore onerosa ipoteca sulla laicità dello Stato che ferisce il principio della separazione fra Stato e Chiesa». Raffi aveva auspicato che lo stesso Papa, nella sua saggezza, rifuggisse "dalla tentazione di fare del Parlamento italiano una cassa di risonanza delle posizioni della Chiesa". Oltretutto, in virtù del Concordato, visibilmente in contrasto con il principio della libertà religiosa, già gode nel nostro Paese di un ruolo privilegiato rispetto alle altre religioni. «La nostra coscienza ne è turbata, non già in ragione di anacronistici steccati e pregiudizi, in quanto ogni Chiesa è legittimata ad esprimere il proprio messaggio morale nelle sedi che le sono proprie ma non nel Parlamento della Repubblica e mai, ci auguriamo, in contrapposizione a leggi che lo Stato italiano, nella sua piena autonomia, ha emanato».

Elisabetta Rizzo

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