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Roma. Goethe Institut. Omaggio a Max Ophüls. Giovanni
Spagnoletti: «Il Nazismo tagliò il suo nome dai titoli di testa e di coda dei suoi
film»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Giovanni Spagnoletti,
ordinario di Storia e Critica del Cinema all'Università La Sapienza di Roma.
Nato a Saarbrücken nel 1902, presentò il suo primo film nel 1930 a Berlino. Ebreo, con l'avvento al potere di Hitler nel 1933 non poté restare in Germania. «Il Nazismo tagliò il suo nome dai titoli di testa dei suoi
film». Viandante tra culture diverse, costretto per tutta la vita ad emigrare, firmò la regia di molti film di successo prodotti in svariati paesi. Dal 1933 al 1941 si stabilì in Francia, girando anche in Italia, nei Paesi Bassi e in Svizzera. Dal 1941 al 1950 visse e lavorò negli Stati Uniti. Dopo un ulteriore periodo francese, nel 1954 fece rientro in Germania, dove si spense nel 1957. A quest'ultima fase risale tra l'altro la coproduzione franco-tedesca Lola Montez. Il presente omaggio propone 5 pellicole realizzate in paesi diversi. Il Goethe Insitut di Roma sta offrendo in questi giorni.
«È stato considerato da molti il Maestro di riferimento. Aveva uno stile riconosibilissimo.
Già all'epoca veniva considerato un moderno. Era portatore anche di temi evergreen,
come la nostalgia, o il pessimismo. Le sue eroine sono le antecedenti delle eroine di
Fassbinder». Il nostro cinema è in crisi? «Il nostro cinema non sta né meglio né
peggio di tante altre cinematografie nazionali. È vero però che oggi non ha grosse figure di riferimento, se si eccettua Nanni Moretti».
Claudio Ruggiero
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