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Latina. Sentieri d'Ascolto. Brecht's Dance con gli Almamegretta. Raiz: «Un mostro sacro,
io questa cosa qui avevo pure paura di farla»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Raiz degli Almamegretta, nella serata di
debutto della rassegna "Sentieri d'Ascolto".
Brecht’s Dance. Per uno spettacolo è un titolo che riesce a dare un mucchio di informazioni su cosa andrai vedere: ci sarà Brecht, e ci sarà la musica, e sono già due dati che non puoi trascurare. Come ci siano, quello il titolo non te lo dice. Bisogna scoprirlo. E lo scopri
in un'ora e mezza di fascino, magia, impegno, denuncia. Musica, per l'appunto.
Uno spettacolo di impatto forte, nello spirito sperimentale e trasgressivo di Brecht...
«Un mostro sacro. Tanto che io questa cosa avevo pure paura di farla. Mi ha convinto alla fine
Salvatore Tramacere. Ci siamo incontrati un paio di anni fa nel Salento, sua terra d'origine
dove io ogni tanto vado d'estate quando mi voglio rilassare. Io gli dicevo: Brecht è un
intoccabile. E lui: no, lo dissacriamo; vedrai che ci si diverte. È come un autore greco:
ormai è quasi un dovere rimetterci le mani. Soprattutto dopo Strehler. Abbiamo lavorato
su un testo molto bello, scritto con Gigi Gherzi, che si rifà a tre capolavori:
Baal, Il
cerchio di gesso del Caucaso e l'Opera da tre soldi. Un solo play che traccia il percorso
del ribelle. Il ribelle da giovane, il ribelle senza una causa, il ribelle che cresce e cerca
di farsi strada nella giungla della città e il ribelle che invecchia, diventando più saggio».
Tu sei di Napoli, una città con tanti problemi. Tu questo ribelle lo hai dentro?
«Non lo so. Può essere. Anche se non amo definirmi così perché è un termine pieno di retorica.
Sono critico, questo sì». La musica... «Il percorso del ribelle l'ho accompagnato prima
con la techno degli Almamegretta, poi con la chitarra di Fabrizio Pugliese».
Suonare a Teatro, tu che sei abituato alle piazze, alle folle. Che impressione ti ha fatto?
«Per me suonare è suonare, indipendentemente da dove lo faccia. In camera mia quando compongo
una canzone, in uno stadio con 30.000 persone o a San Giovanni con 400.000 persone».
Prossimi impegni... «Questa sera siamo al Teatro Savoia di Campobasso. Poi, dal 5
al 12 gennaio al Teatro Vascello di Roma. E poi Potenza, Barletta, Udine. Chiuderemo a marzo
a Brindisi».
Claudio Ruggiero
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