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Latina. Insulti in libertà. Domenico Cambareri: «Ha ragione Maraini.
Buttiamo giù sia le periferie che la storia democristiana di questa
città»
«Nessuno scandalo per le parole di Fosco Maraini», dice Domenico Cambareri. «Egli forse ha voluto sollevare un polverone. Non si può tacere il fatto che è stato purtroppo il governo Berlusconi che in maniera improvvida e stupidissima ha introdutto uno scriteriato criterio, peraltro sicuramente e fortunatamente inattuabile, di selezione delle città "proibite" alle manifestazioni in quanto ricche di vestigia e di arte. Ben vengano le manifestazioni in qualsiasi città, e le violenze che non dovrebbero accadere, se accadono possono accadere ovunque e non devono tromare la benché minima "canalizzazione di vertice". Polemicamente, ci sarebbe semmai da dire, ma solo con una polemica sterile e inconcludente, che le manifestazioni si facciano pure nelle città per decenni dominate dai rossi, almeno i potenziali danni se li "godranno" parte di quel pervicace elettorato, come è stato per Genova. Unica città che andrebbe parzialmente risparmiata da questo principio del diritto alla libertà di manifestare (e, comunque e sempre, di non svolgere attività violenta e teppistica) sarebbe Roma, perché la capitale è cronicamente succube di ogni tipo di manifestazione, sino a livelli parossistici. E poi, sulla nostra città, che dire? Noi esattamente viviamo in un grande e poco popoloso conglomerato urbano, di cui il centro storico costituisce in termini di estensione poca parte. Non dimentichiamoci che viviamo in una città tanto aperta... da essere spesso più campagna che centro urbano. Il centro urbano è sì da preservare. Il resto, ha ragione Maraini, è sfasciabile come tutta la storia democristiana di questa città».
Mauro Cascio
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