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Roma. Un italiano tra Napoleone e i Sioux. Era massone l'ultimo dei Moicani. Luigi Grassia racconta la vita di Giacomo Costantino Beltrami

Era massone l'ultimo dei Moicani. James Fenimore Cooper, per tratteggiare nel suo celeberrimo romanzo il protagonista Natty Bumpoo sembra si sia ispirato ad un italiano: a quel Giacomo Costantino Beltrami, bergamasco, massone, che da solo affrontando le sconosciute terre americane giunse, primo uomo al mondo, alle sorgenti del Mississipi. Era il 31 agosto del 1823.
Ora Luigi Grassia racconta in un libro, «Un italiano tra Napoleone e i Sioux» la vita avventurosa di Giacomo Costantino Beltrami. Figlio di un doganiere generale della Repubblica Veneta, Giacomo Costantino nasce nel 1779, impara il francese dal padre, acquisisce qualche rudimento giuridico, ha una breve parentesi militare. Approda, poco più che ventenne, dopo l'iniziazione in Massoneria, nei Tribunali napoleonici. In questa scelta - fa capire Grassia - traspare il desiderio di incidere sul sociale, di applicare gli ideali di equità e tolleranza propri della liberomuratoria. A quei tempi, nel bene e nel male, il Tribunale assumeva anche una funzione politica in quanto l'ampiezza interpretativa delle leggi, quelle del testo unico del neonato codice napoleonico, orientava e determinava fortemente i comportamenti individuali. Nominato giudice nel 1807, prima a Udine e poi a Macerata, viene definito duro ma equo. Poi, la svolta: incontra prima Giulia Medici Spada, poi Luisa Stolberg D'Albany, vedova del pretendente al trono d'Inghilterra Carlo Edoardo Stuard che risvegliano in lui la voglia di vedere e di conoscere terre lontane. Inseguito dai gendarmi pontifici per essere massone, carbonaro e libero pensatore, Beltrami si rifugia in America dove il suo spirito avventuroso e, per certi versi, insofferente lo porta a viaggiare. Amico degli indiani pellerossa – nei quali, da massone, riconosce l'illuministico mito del buon selvaggio – vive di caccia e pesca, veste abiti di pelle e porta berretti di pelo. Scopre, primo uomo, le sorgenti del Mississipi. La sua figura – molto nota in America – ispira proprio l'autore de «L'ultimo dei Moicani». Tornato in Italia, muore, quasi del tutto sconosciuto, vicino ad Ancona, nel 1855.

Mauro Cascio


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