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Roma. Staremo a vedere. Laura Tricolo: «Una piece in omaggio al mondo femminile e alla
sua sensibilità. I maschi? Troppo freddi e tirati»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Laura Tricoli autrice e interprete, con
Gabriella Tamboni, Andrea Pazienza e Zeleika Scatolla della piece
«Staremo a vedere» in scena fino al prossimo 8 dicembre al Teatro Duse di Roma.
Un testo moltoparticolare, attualissimo. Si parla dell'amore,
della difficoltà di comunicazione tra uomini e donne. Ha qualcosa
di autobiografico?
«Quando una persona scrive nel testo finisce sempre qualcosa di autobiografico».
Gli uomini ne escono malissimo. Sono superficiali, poco sensibili...
«È la mia opinione, sì. Le donne hanno una marcia in più.
Gli uomini si devono impegnare».
Gabriella, tu interpreti il ruolo di una ragazza rigida ma sensibile. Sogna l'amore totale.
Anche tu pensi che la sensibilità è femminile?
«Sì, purtroppo sì. Forse non è questione di sensibilità, ma di coraggio. Le donne ne hanno di
più e mettono più sentimenti ed emozioni in gioco».
En passant si cita anche il "rapporto con la madre"...
«Un cordone ombellicale che spesso non si taglia. Nella mia vita
privata me ne sono andata da casa, da Molfetta, a 19 anni fa. Ecco, a me quest'ombra
è comunque rimasta. L'eco della famiglia c'è, anche se si fa finta di non sentirla»
Alessandro, tu reciti la parte di un gay. Ma anche il tuo "fidanzato" è freddo...
«Gli omosessuali hanno una sensibilità accentuata. Come le donne.
L'uomo etero è più tirato, più guardingo».
Il finale, "Staremo a vedere"...
«Non diciamo nulla. Solo che è un finale aperto».
Claudio Ruggiero
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