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Gaeta. È scomparso Pietro Simeone, il "papà" dell'Ariston

L’annuale stagione teatrale si è aperta senza di lui, a poche ore dal rito funebre che ha preceduto la sua sepoltura. È iniziata ugualmente, nonostante l’immenso dolore della famiglia e dei dipendenti per la sua dipartita. Ma così doveva essere.
«Papà ce lo ripeteva spesso -raccontano le figlie Rita e Valeria- se dovessi morire lo spettacolo deve andare avanti». Così è stato. Ed il ricordo commosso di Pietro Simeone, fondatore dell’Ariston di Gaeta che nel 2004 celebrerà il 50esimo di attività, è stato affidato ad un uomo di spettacolo e amico di famiglia: Pietro Longhi, direttore artistico di tante stagioni teatrali “condivise”.
Ma chi è stato l’avvocato Simeone per Gaeta? Un pezzo di storia, sicuramente. Un punto di riferimento, come tutta la sua famiglia, negli anni difficili della ricostruzione dopo la guerra. Imprenditore e operatore culturale, direttore del teatro Ariston, unico in Provincia, ma anche, in periodi diversi, del cinema Elena, dell’Arena, del cinema Roma, dell’Europa 2. «La sua creatura era comunque l’Ariston -dicono le figlie- di cui ha seguito le vicende fino a qualche mese fa e per il quale stava già raccogliendo fotografie, documenti, ritagli di giornale in vista del cinquantesimo del maggio 2004». Personaggio pubblico che non disdegnava certo i rapporti umani, uomo riflessivo e discreto che in molti hanno voluto omaggiare per l’ultima volta nella chiesa di San Nilo avvolta da un’atmosfera di sincero cordoglio. E salendo le scale che portano alla direzione del cineteatro di piazza della Libertà, è sembrato anche a noi alquanto strano non trovarlo seduto alla scrivania, in quell’ufficio dove tante volte l’avevamo incontrato assorto nel suo lavoro o nei suoi pensieri. C’erano sole le figlie nei cui occhi abbiamo letto la stessa determinazione e lo stesso amore per un’attività che resta un fiore all’occhiello nel panorama culturale di Gaeta e del basso Lazio.

Sandra Cervone


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