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Latina. La memoria del lavoro. Stefano Cetica: «Ripartire dai nostri
valori, anche tradizionali, per sfuggire dai falsi miti del denaro a tutti i costi»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Stefano Cetica, segretario
generale dell'Ugl.
Che importanza ha la memoria della nostra cultura contadina, rurale,
tradizionale?
Fondamentale, per disegnare il nostro futuro prossimo e possibile. L'epopea dei pionieri dell'agro pontino e delle città nuove
è stato il tentativo di costruire una città
su valori fondanti per l'uomo: la famiglia, il lavoro, il territorio, l'agricoltura.
Se rimaniamo agganciati alle radici abbiamo la possibilità di crescere
e guardare al furturo».
Nella contemporanetà non bisogna farsi guardare e farsi sedurre dagli odierni postulati evoluzioonisti ma guardare al futuro con la memoria
del proprio sé...
«Sempre. Bisogna ricordarsi quel che si è e quel che si può essere.
Senza lasciarsi condizionare dai miti dei facili guadagni e dai facili
lavori. La vita è ricerca, è sacrificio. Ma è anche un ancorarsi a qualcosa di saldo, di cui ci si sente parte. È questa sicurezza
che i lavoratori sentono mancare quando si parla di precarizzazione
o più recentemente quando è diventato di attualità l'articolo 18».
Latina sostiene una idea diversa di benessere e di sviluppo?
«Ha dei valori importanti».
Elisabetta Rizzo
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