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Latina. Premio Immagine. Angelo Piva: «Il Madagascar sta partendo da zero per costruire una nazione libera, dopo oltre 27 anni di totalitarismo»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Angelo Piva, missionario laico gesuita. È nato a Trevignano, in provincia di Treviso, ed è residente a Latina, a Borgo Podgora. Dopo aver frequentato una scuola a Malta per imparare la lingua inglese, è partito per il Madagascar ed ha trascorso un periodo al centro d'apprendissage di Bevalala, dove lavorava e studiava la lingua malgascio-francese. Per aiutare quella popolazione, che aveva bisogno di tutto, ha cominciato subito a dedicarsi a lavori di agricoltura con i mezzi più semplici. Ha creato le prime infrastrutture per l'allevamento del bestiame e la coltura delle piante da frutta. Ha fondato una scuola agraria ed ha aperto un caseificio artigianale. Nel 1995 Piva è tornato in Italia per l'anno di riposo ma ha cominciato ad avere problemi di salute; problemi che gli hanno impedito, dal 1999, di fare ritorno nel Madagascar. La Commissione del Premio Immagine le ha voluto assegnare un riconoscimento di merito. Cosa vuol dire per lei, membro della comunità cattolica, essere un "missionario"? «Per noi cattolici vuol dire mettere a disposizione la misera vita che abbiamo come pellegrini perché il Signore possa fare conoscere anche agli altri la grazia che abbiamo avuto duemila anni fa con la redenzione. Abbiamo il dovere di aiutare gli altri». Qual è la situazione adesso in Madagascar? «Esce da 27 anni di totalitarismo e da una rivoluzione. Si riparte da zero».

Elisabetta Rizzo

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