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Latina. 70esimo. Vincenzo Zaccheo: «Il 18 dicembre fu il riscatto di una comunità operosa, ricca
di valori e prospettive». Ripartire da Littoria
«Il 18 dicembre 1932 è un punto fermo nella storia di questa città.
Rimane il suo spartiacque tra antico e moderno: è il momento che conclude l'epopea delle dure giornate di sacrifici e, in molti casi, di morte per la redenzione delle paludi pontine; è l'inizio del riscatto di una comunità operosa, ricca di valori e di grandi prospettive».
Nel giorno più importante del 70esimo il Sindaco Vincenzo Zaccheo (nella foto nella serata di piazza del Popolo con Tiziano Ferro e Gianmaurizio Foderaro) ha esordito così.
«È la data che significa fede nel futuro, civiltà, nuovo lavoro. Data che si lega a un credo di valori che l'avvia verso un processo di identificazione lungo e difficile ma che oggi la consacra a comunità che scopre l'orgoglio di appartenenza.
Bonificatori e pionieri sono rimasti nel cuore di coloro che li hanno conosciuti, che con loro hanno vissuto e di loro testimoniano la continuità della vita umana.
Littoria-Latina non può dimenticare questi suoi figli che furono protagonisti di un'impresa epica rimasta incorniciata tra i miracoli più belli dell'umanesimo del lavoro e della storia del Novecento.
Fuori da ogni nostalgia e retorica dobbiamo testimoniare una continuità con il passato per poter più profondamente vivere una memoria storica, senza la quale l'uomo non può progredire.
Una memoria che è nastro trasportatore dei valori alti della civiltà, dell'umanità, del lavoro; tutti presupposti fondamentali della convivenza civile, del progresso e dello sviluppo.
Il 70esimo vuole essere non solo ricordo ma analisi del presente e voglia di futuro, voglia di costruire insieme, appunto, quel senso di appartenenza e di 'civitas' per ritrovare i caratteri costitutivi che fanno di una popolazione una 'comunità'.
Littoria-Latina, Città del Novecento, con la sua identità architettonica razionalista e il frutto dell'epopea pionieristica dovrà, insomma, testimoniare agli attuali e futuri figli il valore dell'umanesimo del lavoro.
E l'appartenenza a questa città dovrà essere motivo di orgoglio.
La vita va capita all'indietro, ma va vissuta in avanti. Innovazione e tradizione non collidono. L'una supera l'altra ma non la rinnega.
Nella sua breve storia, Latina ha conosciuto alti e bassi.
Al periodo di celebrità legato al momento storico della sua fondazione e dell'attenzione particolare del governo fascista dell'epoca, ha fatto riscontro il duro momento dell'avversione ideologica del dopoguerra che ne ha contrastato e arrestato lo sviluppo.
Latina ha cominciato a risalire lentamente la china negli anni 50 con la legge istitutiva della Cassa per il Mezzogiorno ma bisognerà attendere gli anni 60 per poter riscontrare un obiettivo sviluppo in tutti i settori, dal campo agricolo all'industriale, dal turistico al terziario in genere.
Sono stati, però, anche gli anni di una crescita incontrollata e disordinata, non in sintonia con il lungimirante Piano Frezzotti che prevedeva l'esaltazione delle vocazioni e delle peculiarità del territorio.
Molti gli sfregi ispirati dal furore ideologico dell'epoca finalizzato alla distruzione di preziose testimonianze dell'architettura razionalista della città condannata ad espiare la colpa del suo peccato originale.
Basterà richiamare la previsione del Piano RO, che contemplava l'abbattimento dei palazzi di fondazione, per sottolineare il clima dell'epoca.
Il permanere per trent'anni tra le aree beneficiarie dell'intervento straordinario della Cassa per il Mezzogiorno non è valso ad eliminare e a risolvere una delle grandi carenze strutturali di questo territorio: il collegamento di Latina con l'Autostrada del Sole che è di grave impedimento alla competitività delle imprese e all'attrazione di capitali e di investimenti in quest'area che pure ha notevoli potenzialità di sviluppo per le sue significative risorse paesaggistiche, culturali e turistico-ambientali.
Credo sia necessario, ora, saper cogliere le opportunità di crescita offerte dalle potenzialità locali.
Oltre all'adeguamento della Pontina, l'arteria con il più alto indice di mortalità per incidenti stradali, la Regione prevede il finanziamento per il progetto della realizzazione della bretella Latina-Cisterna-Valmontone, opera che ritengo prioritaria in quanto strategica ai fini dell'uscita dall'isolamento, e il completamento della Latina-Frosinone che darà notevole impulso ad una maggiore integrazione dell'economia delle due province.
Dopo decenni di assenza di interventi significativi sull'adeguamento delle grandi infrastrutture alle sfide che l'Europa ci impone, si tratta di un segnale positivo che mi auguro segni l'inizio di un'inversione di tendenza negli interventi pubblici in questo territorio.
Importantissimo, direi, anzi, una straordinaria tappa raggiunta rappresenta, invece, l'insediamento ormai consolidato della Sapienza, l'università tra le più prestigiose d'Europa, che per Latina ha previsto la nascita dell'Ateneo federato, dotato di autonoma capacità organizzativa e gestionale.
Già insediate Facoltà di grosso spessore come, per esempio, Ingegneria, Medicina, Economia e Commercio, Biotecnolgie con diversi corsi di lauree brevi.
Le prospettive sono di ulteriore crescita in termini di eccellenza e posso annunciare, a tal proposito, che sono previsti insediamenti di ulteriori nuove Facoltà, legate alle vocazioni del territorio e le cui ubicazioni interesseranno i centri più significativi della provincia.
Di tutto ciò devo dare atto alla sensibilità del Magnifico Rettore, Giuseppe D'Ascenzo e dei Presidi di Facoltà, che su Latina hanno sempre creduto e puntato; alla lungimiranza e alla tenacia di chi ha previsto un ruolo centrale di questa città, che legittimamente ribadisce e rivendica, nel contesto del decentramento universitario regionale; all'ottimo lavoro svolto dalle rappresentanze politiche e istituzionali che in ogni sede si sono battute per far fare il salto di qualità alla città capoluogo alla quale è assegnata la leadership che gli compete nella realizzazione e nel consolidamento delle strutture e dei progetti di supporto utili alla crescita comune.
All'università, alla formazione, alla cultura diffusa, proprio in relazione alla carenza di identità collettiva, va assegnato il ruolo unificante dell'intero territorio provinciale percorso da tentazioni e spinte centrifughe spesso alimentate da domande giuste alle quali si intendono dare, però, risposte sbagliate. La mia attenzione come sindaco del capoluogo va anche verso quei territori. Latina non sarà mai matrigna ma guida.
Merita risposta di governo adeguata anche il problema di 'Roma-Capitale' che non può vedere il resto del Lazio, e in particolare Latina, indifferente alla sua soluzione.
A tal riguardo devo ricordare che sono stato primo firmatario di una proposta di legge di riforma costituzionale autorevolmente ripresa e rilanciata dallo stesso presidente Storace, per attribuire a Roma lo status di Regione con particolari attribuzioni anche al restante territorio del Lazio.
La mia proposta è mirata a 'sollevare' le province dal peso schiacciante di Roma e a liberare più risorse per la realizzazione delle infrastrutture e lo sfruttamento delle potenzialità delle singoli parti del territorio regionale. Mira, però, anche a un esame più attento e a un riequilibrio dell'attuale sistema elettorale.
Latina, in considerazione, tra l'altro, della presenza di una sede universitaria con prospettive di grande sviluppo, della possibile realizzazione della sede della Corte d'Appello, della presenza sul suo territorio di due poli, chimico farmaceutico e agro-alimentare, e non ultimo del numero di residenti, rappresenta la città più importante del Lazio dopo Roma. E' dunque meritevole di maggiori attenzioni da parte delle autorità di governo e regionali.
Latina può diventare un modello di qualità ambientale e sociale della vita urbana, di servizi all'industria, di qualificazione del turismo, di alta tecnologia in settori cruciali. Una città aperta e accogliente perché ben organizzata.
La condizione indispensabile perché questa idea di città diventi realtà è, però, che Latina assolva pienamente alla funzione di capitale della vasta area provinciale di cui è al centro, trasformandola in un forte sistema locale di attività, conoscenze e comunicazioni, capace di reggere la competizione del mercato a partire da una ridefinizione della propria identità.
All'amministrazione comunale spetta un ruolo insostituibile di integrazione civile e culturale a sostegno dello sviluppo, come centro propulsore di politiche ed iniziative che possano sollecitare e coordinare l'apporto e il protagonismo di tutte le forze e le energie nuove che la Città è in grado di esprimere.
L'appello al Governo, alla Regione e a tutte le rappresentanze politiche e istituzionali presenti, diventa forte e pressante perché, appunto, nelle scelte future e nella destinazione delle risorse si tenga conto delle buone ragioni della provincia pontina di cui questa città, per esserne la capitale, doverosamente e legittimamente aspira anche e soprattutto ad interpretarne e a sostenerne ragioni ed esigenze.
Le priorità della provincia pontina?
Innanzi tutto quella dei collegamenti autostradali che va messa al primo punto nel quadro della programmazione dei fondi strutturali europei.
Si tratta di un tema di estremo rilievo attorno a cui Latina si gioca buona parte del futuro dell'economia.
Un buon collegamento con la rete autostradale significa migliorare i tempi di connessione con i poli propulsori dello sviluppo, aumentando la mobilità delle persone e soprattutto i tempi di accesso ai mercati delle produzioni della provincia.
E' problema di particolare rilievo se si considera la vocazione agro alimentare dell'area.
Necessario, poi, è il rafforzamento dell'intermodalità. E fondamentale l'impegno attorno ai grandi nodi logistici.
Il che comporta, oltre al rafforzamento del sistema viario, un'attenzione ai temi dello sviluppo della portualità, delle connessioni ferroviarie, delle telecomunicazioni, dello stoccaggio e della razionalizzazione logistica di ogni genere.
Nel settore trasporto aereo, occorre infine impegnarsi perchè l'aeroporto militare di Latina possa trovare, se compatibile, sbocco nel commerciale in sinergia con il centro intermodale».
«Che cosa auspico come sindaco di Latina per la mia città?
Sicurezza, cultura diffusa, ambiente vivibile, turismo d'eccellenza, qualità urbana, servizi efficienti, grandi infrastrutture, sinergie pubblico-privato, accoglienza, integrazione, solidarietà: rappresentano i punti qualificanti del mio programma che i cittadini di Latina hanno dimostrato di apprezzare e condividere.
Formazione e Università, in particolare, rappresentano le scommesse strategiche della città. Fanno fare il salto di qualità a Latina perché assurga a dignità di capitale di questa provincia e al ruolo di seconda città del Lazio dopo Roma.
Università, Teatro (come officina di cultura e sviluppo di risorse umane, opportunità rivolta soprattutto ai giovani e alla scuola mirata soprattutto alla valorizzazione degli artisti locali) ma anche la Biblioteca Stirling.
Devono fare da volano ad una sorta di rivoluzione culturale capace di alimentare identità forte e orgoglio di appartenenza a questa città.
La realizzazione della biblioteca progettata dall'inglese James Stirling, uno degli indiscussi maestri dell'architettura contemporanea, si connette strettamente con l'obiettivo di ubicare l'università pontina, oggi ateneo Federato della 'Sapienza' nel centro cittadino, individuandone la collocazione in edifici storici allo scopo di dare nuova vita a questo patrimonio e di conferire un ruolo preciso a Latina nel sistema universitario nazionale.
La biblioteca pubblica, capace di 160.000 volumi, ed opportunamente informatizzata e connessa alla rete mondiale, oltre che pensata come luogo fisico di scambio culturale si inserisce perfettamente nel programma di recupero del patrimonio architettonico-urbanistico della città e della sua massima valorizzazione, dell'innalzamento della qualità urbana anche mediante l'impegno a colmare lacune e guarire guasti nel tessuto del centro storico che troppo a lungo ha sofferto di una colpevole sottovalutazione.
Ho consapevolezza delle grandi difficoltà che si frappongono alla concretizzazione dell'ambizioso progetto ma non per questo desisto, certo di poter contare su autorevoli sostegni in sede di Regione, Governo, Comunità Europea ma soprattutto sulla disponibilità di quel plastico e di quel 'lucido' di Stirling che mezzo mondo farebbe di tutto per realizzare.
Dopo la sua morte, avvenuta nel 1992, la realizzazione della biblioteca rappresenta l'ultima occasione per costruire un'opera, che se si eccettua il padiglione del libro realizzato per la Biennale di Venezia, resterebbe l'unica in Italia di questo grande architetto del Novecento.
Sono impegnato a lavorare attorno a un'idea fondamentale: che migliorare concretamente la vita e il lavoro di ogni latinense sia la chiave per modernizzare la città nel suo insieme e quindi creare nuove opportunità e nuova occupazione.
La sfida della modernizzazione della città che è chiamata a cogliere le opportunità di crescita offerte dalle sue notevoli potenzialità, impone, però, un severo e rigoroso impegno in ordine a capacità e selezione di proposte e progetti.
Dobbiamo lavorare nell'ottica di una competizione che non può vederci più rassegnati a correre con i modelli più lenti. L'ambizione è di volare alto per puntare sull'obiettivo ormai ineludibile di realizzare il "sistema Latina" che non può prescindere dal cablaggio e da una rete di comunicazione adeguata ed efficiente.
"Sistema-Latina" che nasce e cresce con l'alimentare, appunto, un'identità sociale e culturale, un'integrazione tra settori economici e organismi rappresentativi, abbattendo tutte le barriere a livello istituzionale, che frenano il perseguimento dell'obiettivo strategico che resta quello del recupero di attrattività e di competitività del sistema territoriale di Latina.
Alla diffidenza dobbiamo sostituire la solidarietà e la visione comune, all'indifferenza le sfide della modernizzazione.
Vanno recuperate, allora, capacità progettuale e condivisione degli obiettivi generali per tradurle in strumenti operativi e in efficace gestione delle potenzialità presenti in termini di risorse e di idee.
Per fare questo è indispensabile una seria presa di coscienza e di umiltà collettiva. Ognuno dovrà svolgere la propria funzione con efficacia e disponibilità alla compartecipazione, senza fughe in avanti e senza improvvisarsi in ruoli che non competono.
Se ne saremo capaci il futuro di questa comunità avrà sicuramente più certezze.
Da offrire soprattutto ai giovani. Ai quali dobbiamo garantire opportunità occupazionali e formative.
L'attenzione particolare dell'Amministrazione è per il loro universo.
Siamo consapevoli che senza la partecipazione dei giovani la città non cresce e perde di linfa vitale».
Mauro Cascio
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