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Latina. I Raeliani clonano la nuova "Eva". Esulta il mondo liberale. «Basta con i limiti alla ricerca scientifica». Lou Salomè: «Umiliata la chiesa»

Una pagina importante per il mondo laico e liberale, il giorno dopo l'annuncio da parte di Brigitte Boisselier (nella foto), sacerdotessa del movimento dei Raeliani, della nascita di Eva, la prima bimba nata per clonazione. E se il ministro della Sanità Girolamo Sirchia ha parlato giusto ieri di "crimine contro l'umanità", gli ha risposto oggi Silvio Viale, presidente dell'Associazione radicale 'Adelaide Aglietta': «Sfidiamo Sirchia a spiegare che cosa ci sia di criminale nella nascita di una bimba. Anche se fosse svantaggiata». Aggiungono i Radicali Pontini: «Noi, che siamo per l'aborto non elimineremmo mai un neonato handicappato, e non vorremmo che la 'difesa della vita' si fermasse davanti all'oggetto di un crimine contro l'umanità, perché si tratta di una sorta di aborto alla rovescia". I radicali hanno quindi invitato il ministro a "misurare le parole, evitando di abusare della categoria del crimine contro l'umanità. Al contrario, chiediamo che sia posto fine ai divieti alla ricerca scientifica, prima che un giorno qualcheduno debba rendere conto dei ritardi che ha contribuito a provocare. Se si vogliono davvero limitare gli eccessi - conclude la nota - l'unica strada è quella di legalizzare la ricerca scientifica".
E sempre tra le associazioni del capoluogo, la butta sulla provocazione l'associazione "laica e liberale" Lou Salomè: «Setta per setta, meglio un successo dei Raeliani che non della chiesa cattolica. L'euristica della paura recupera una memoria sacrale del "limite", il cui esito sarebbe la chiusura del vaso di Pandora delle avventure migliorative. La richiesta di nuovi tabù, soprattutto dal cattolicume più becero e bigotto, evoca il timore panico del primitivo dinanzi a ciò che è oscuro e temibile e non può che ridurre ulteriormente lo spazio già esiguo di una ragione che ha trovato i suoi titoli di merito nell'interrogarsi sul sacro. Se è vero che l'avventura della tecnologia, con le sue imprese arrischiate fino all'estremo, esige una riflessione spinta all'estremo, per dominare il nostro progetto di dominio occorre riattrezzarci intellettualmente, imparando a pensare la complessità, anziché contrastare con nuovi sacri il processo di desacralizzazione innescato dal processo scientifico. La parabola della bioetica, nel moto pendolare tra speranze e paure, sembra dunque esser passata da un progetto di scientifizzazione dell'etica ad un progetto di eticizzazione (e di limite) della scienza. Il neofondamentalismo settario oppone un'etica dei limiti. Un veto sacrale di sapore medioevale».

Mauro Cascio


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