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Roma. Il fantasma di Canterville al Teatro Sala Umberto. Lucia Poli: «Il racconto più famoso di Oscar Wilde, il più divertente e insolito»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Lucia Poli, in questi giorni in scena a Roma, al Teatro Sala Umberto, con l'opera «Il fantasma di Canterville» di Ugo Chiti, liberamente tratto da Oscar Wilde. Un autore come Ugo Chiti, che conosce le possibilità teatrali di Lucia Poli per consuetudine di amicizia e di lavoro, ha cucito addosso all'attrice un racconto con musica tratto dal testo di Wilde: quasi un monologo interrotto qua e là dagli interventi dei musicisti (straordinaria Simona Sanzò) che, via via nel corso dell'affabulazione, diventano personaggi e, oltre a suonare, partecipano anche all'azione teatrale. All'inizio è la governante che parla e narra la storia dello spettro che vive da secoli nel Castello di Canterville. Il tono è accorato, ma si fa sempre più partecipe fino a scivolare nell'identificazione: la donna appare in preda a una possessione di tipo erotico. Così il deliquio di lei diventa il blaterare del fantasma a cui fanno da contrappunto il realismo piatto e ottuso dei contemporanei che apprezzano solo il progresso materiale e non sanno riconoscere la dimensione dell'immaginario. Qui sta il tema centrale del lavoro di Wilde, che non viene tradito: l'eterna lotta tra razionalità e fantasia, l'infinita nostalgia per la perdita del mondo romantico, il fastidio per la quotidianità. Dal contrasto tra questi due mondi naturalmente nascono situazioni risibili, gustose gags, muri di incomunicabilità, paradossi e battute esilaranti.
Tutti, più o meno, ricordano di aver letto Il fantasma di Canterville. E, grosso modo, rammentano la storia: una famiglia americana alle prese con un fantasma inglese… Molti pensano che sia il racconto più famoso di Oscar Wilde, sicuramente il più divertente per l'insolita accoppiata di humor e horror. Al racconto di Wilde la memoria spesso sovrappone tracce diverse: trame di film, personaggi e situazioni provenienti da altre storie, però Il fantasma di Canterville, come dire, è Il fantasma di Canterville. Chi è, invece, la signora Umney che, in questo adattamento, si prende il compito di raccontare la vicenda? Nel racconto di Oscar Wilde occupa giusto una paginetta, è una figurina precisata come espediente narrativo per ricevere, nella sua compunta veste di governante, la rumorosa famiglia americana, quei signori Otis che per il resto del racconto "guerreggeranno" con l'aristocratica presenza del fantasma, ovvero l'ombra di Sir Simon de Canterville. La signora Umney accompagna i nuovi padroni del castello all'interno della proprietà, fornisce spiegazioni circa una misteriosa macchia di sangue che sembra far parte dell'arredamento ed è la testimonianza di un delitto compiuto alcuni secoli prima, poi sviene, sparendo dalla scena, quando il giovane Washington Otis cancella la macchia con un pratico stick tascabile. Il super smacchiatore Pinkerton insomma fa dileguare anche la vecchia governante. E la staffetta della narrazione passa a personaggi meno anonimi.

Mauro Cascio

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