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Latina. Articolo 18. Nasce in provincia il Comitato "Pro-Global". «Un gioco allo
sfascio, estremo e pericoloso, di cui pochi avvertono l'utilità»
Si è costituito a Latina il Comitato "Pro-Global" per il NO al referendum sull'art.18.
Ne fanno parte personalità locali dell'area liberale e radicale, da anni impegnati nella
lotta per una riforma americana delle istituzioni, della giustizia e dell'economia nel
nostro paese. «Dopo la sentenza della Corte costituzionale, che la scorsa settimana ha
dichiarato ammissibile il quesito referendario sull’art.18, ci auguriamo che possa avviarsi
quella campagna di informazione su liberalizzazioni e mercato del lavoro negata per lungo
tempo. L'articolo 18 non solo rappresenta l'espressione ideologica della rigidità del
mercato italiano, ma resta un ostacolo assai concreto alla dinamicitità dello stesso. Ne
sono una controprova le numerose norme, adottate e proposte, che nel lodevole e a volte
efficace tentativo di aggirarlo rischiano di creare un puzzle normativo inestricabile,
che non giova né alle imprese né ai lavoratori. Il Governo (nella passata primavera) ha
affrontato la questione sulla base di una proposta di riforma minimalista, che prevedeva
tre eccezioni temporanee. L'iniziativa dell'esecutivo suscitò il "massimo" di scontro
con il sindacato per attestarsi infine, su di una sola e "minima" deroga, quella per
le aziende che oltrepassano la soglia dei 15 dipendenti. Stralciato dal resto del Patto,
il provvedimento giace nel dimenticatoio, orfano di convinti sostenitori. Il che non
stupisce, data la esigua portata dello stesso. La proposta dei promotori del nuovo
quesito referendario, volto ad estendere a tutte le imprese, senza alcun limite dimensionale,
il reintegro obbligatorio in caso di un licenziamento giudicato ingiustificato dalla
magistratura del lavoro, è irresponsabile e finirebbe, se approvata, per dare un
colpo mortale al settore più vitale dell'economia italiana, quello delle piccole
e piccolissime imprese. Sarebbe una ulteriore e forse decisiva causa di
allontanamento di molti investimenti produttivi dal nostro paese, nazionali e
stranieri. Insomma, un vero e proprio gioco allo sfascio di cui in pochi, crediamo,
avvertono l'utilità».
Nelle prossime settimane saranno promossi da parte del Comitato, dibattiti e confronti pubblici con i sostenitori delle tesi avverse.
Mauro Cascio
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