Venerdì 02/05/2025 
Parvapolis
categorie
Home page
Appuntamenti
Cronaca
Cultura
Economia
Politica
Sport


Parvapolis >> Cultura

Roma. Raimondo de Sangro, Massone e uomo di desiderio. Luciano Albanese: «La Massoneria era, ed è, mezzo di diffusione di libero pensiero»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Luciano Albanese, docente di Filosofia Teorica all'Università "La Sapienza di Roma". Chi è Raimondo de Sangro? «Un esponente della Massoneria e del pensiero del 1700. Da un punto di vista filosofico è un illustre rappresentante del "deismo" al pari di autori come Toland o Collins». È stata pubblicata per i tipi della Alos di Napoli la "Lettera Apologetica", curata da Leen Spruit... «Un evento culturale di eccezionale importanza. In primo luogo, l'opera appare in un momento di grande risveglio di interesse per le culture precolombiane e in particolare per il sistema dei Quipu. In secondo luogo, solleva il problema dei rapporti tra de Sangro e Attanasius Kircher, una delle sue fonti principali. Piacerebbe sapere se l'interpretazione dei geroglifici di Kircher ha rapporti con quella dei Quipu del Principe di Sansevero: sono solo simboli o anche fonemi? Esiste poi l'aspetto più specificamente filosofico della Lettera. Spruit è molto abile a districarsi tra i rami e i cespugli della cultura settecentesca., oscillante tra newtonianesimo e spinozismo. La religione cristiana diventa, come già il Locke e in Toland, una religione "senza misteri", vale a dire una religione nei limiti della semplice ragione, compatibile con altre religioni e più in generale con la capacità umana di risalire dagli effetti alle cause. Discendono da ciò, ancora, la rivendicazione della libertà di filosofare e di ricercare senza vincoli esterni, e le ricorrenti frecciate contro l'Inquisizione, sbeffeggiata anche attraverso la continua citazione di autori e testi messi all'indice (circostanza messa bene in luce dai suoi censori); la libertà ostentata da de Sangro nei confronti della tradizioni biblica e della storia sacra, assimilata in tutto e per tutto alla storia più meno velatamente criticata; l'interpretazione razionalistica dei miracoli (significativo il caso del miracolo di san Gennaro, che de Sangro sosteneva di poter riprodurre artificialmente). L'adesione di de Sangro alla Massoneria non è certo in contraddizione con questo quadro: al contrario, conferma il ruolo delle Logge nella genesi della rivoluzione intellettuale che ha dato origine al mondo moderno e che ne fa, ancora oggi, un mezzo di diffusione del libero pensiero».
Spinoza è presente all'origine di molti temi razionalistici presenti nella Lettera... «Certo, e questo sebbene il Principe di Sansevero negasse ogni parentela col filosofo olandese. Ma da Spinoza, e più in generale dallo Spinozismo, deriva anche il secondo aspetto della lettera, quella per cui è stata letta come una manifestazione di panteismo cabalistico. È da segnalare soprattutto, da questo punto di vista, l'intervento censorio di Domenico Giorgi, vera e propria recensione critica dell'opera che, oltre ad evidenziare i temi già sopra affrontati, mette completamente in luce, da un lato, gli aspetti cabalistici della Lettera (soprattutto in relazione all'interpretazione di de Sangro al "segno di Caino" come Albero della Vita o Anima Mundi), dall'altro lo stretto rapporto esistente tra Cabala e Quipu, che si rivelano due facce della stessa medaglia. Infatti, argomenta il Giorgi, i nodi delle cordicelle Quipu hanno, nell'ottica panteistica di de Sangro, lo stesso significato del segno di Caino, l'Albero della Vita: indicano modificazioni e articolazioni della luce divina – concepita come alcunché di materiale – che nello stesso tempo in cui si divide unifica, collegando fra loro i segmenti di un corpo che resta unitario nella sua essenza. Attraverso le censura di Giorgi la Lettera di de Sangro diventa un'opera cifrata, nella quale il Quipu non è niente di più che un volano che si trascina dietro un quadro coerente di panteismo cabalistico, quindi un'eresia perniciosa e virulenta, di cui Giorgi segnala – non senza fondamento – la parentela stretta con concezioni affini del mondo pagano, i templi dei Sabei, i colori dei Manichei, la quercia di Ferecide. Sebbene la censura di De Giorgi contenga delle forzature – che anticipano quelle di alcuni interpreti moderni delle Lettere – essa evidenzia un problema centrale, non solo di tutto il deismo, ma di tutto il razionalismo illumistico. Essa soffre – come diceva Hegel nei preliminari dell'Enciclopedia – del difetto di avere "uan mera veduta intellettualistica degli oggetti della ragione", cioè di Dio. È lo stesso concetto espresso da un personaggio di Borges, che coltiva il progetto di allegerire l'opera di Spinoza "di tutto quell'apparato euclideo che intralcia la lettura e conferisce alla fantastica teoria un rigore illusorio. Il deismo illuministico tenta l'impresa impossibile di dipingere una religione senza misteri. Ma una religione senza misteri è altrettanto impossibile quanto una mistica razionale. Non a caso – e Toland e de Sangro ne sono una prova – essa parte da premesse razionalistiche, ma finisce per trovarsi avvolta nella fitta rete di motivi panteistici, cabalistici e, in una parola, neoplatonici: quei neoplatonici che sapevano perfettamente che Dio, cioè l'Uno, è al di là dell'intelletto».

Elisabetta Rizzo

 Riproduci il filmato oppure procedi con il download.

PocketPC visualization by Panservice