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Aula consiliare liberata, finisce l'occupazione

I consiglieri che ieri sera avevano occupato l'Aula consiliare, per la mancata elezione del presidente del Consiglio comunale, oggi hanno comunicato che cessava la loro protesta. «La nostra protesta attuata con il gesto dell'occupazione termina oggi - spiegano gli occupanti - continueremo a sensibilizzare la cittadinanza su ciò che si sta verificando in Consiglio comunale. Coinvolgeremo la periferia. Organizzeremo assemblee nelle circoscrizioni. Distribuiremo, in modo capillare ad ogni angolo di strada, dei volantini. La cittadinanza deve sapere che ormai il Comune di Latina si trova, da parecchio tempo, in una situazione di stallo politico, di cui la mancata elezione, per la sesta volta, del presidente del Consiglio è l'indicatore principale». Agli occupanti (Mantovani, De Marchis, Visari, Lungo) stamane si sono aggiunti anche i consiglieri Pasquale Mancini, Enzo De Amicis, Diego Giliberti, oltre ai vertici dei partiti dell'opposizione come Valle, Calcagnini e Maria Pia Gigli, che hanno portato il loro appoggio all'iniziativa. Ognuno dei dimostranti spiega la ragione della protesta, che si può tranquillamente sintetizzare con: «Il Consiglio riesce a lavorare solo quando deve fare delle prese d'atto, quando ci sono da discutere argomenti importanti per la vita cittadina, in cui bisogna prendere decisioni, in qualche modo esce fuori un rinvio. Questa è la dimostrazione di come la maggioranza non ha più i voti per governare questa città. Il problema attuale della mancata elezione del presidente è tutto interno ad An: se Zaccheo, che è anche segretario provinciale, non riesce a comporre questa crisi, forse è meglio che si dimetta, da segretario del suo partito». Non manca qualche altra accusa nei confronti di big della maggioranza, stavolta viene preso di mira Stefano Zappalà, di cui Enzo De Amicis ricorda il comportamento in Consiglio: «Prima la maggioranza ci ha elemosinato il voto, con la storia dell'accordo istituzionale, poi al nostro rifiuto l'onorevole Zappalà, con un suo intervento, ci minaccia di toglierci nelle votazioni anche la vicepresidenza, che per Statuto spetta all'opposizione». Diego Giliberti, addirittura, parla di cultura antidemocratica nata in un partito a gestione padronale come Forza Italia. Sulle azioni future, Nicola Lungo avverte che sarà chiesto un incontro con il Prefetto. Non mancheranno le azioni di "piazza", avvertono Mantovani e De Marchis: «Per il 13 ottobre, quando si riunirà il prossimo Consiglio, le forze del centro-sinistra e di Rifondazione comunista presidieranno il Comune». Per tutta l'opposizione ormai è diventata una questione di "spartizione spicciola di poltrone e poltroncine".

Remigio Russo


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