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Latina. Diviso in due il fronte pacifista. Liberali con le bandiere di Usa e Israele a Nettuno. La sinistra va a Roma. Iniziative a Sezze e Terracina

I pacifisti pontini si dividono in due. Una minoranza laica, liberale e radicale si dà appuntamento alle 17.00 presso il Cimitero Anglo-americano di Anzio, con le bandiere di Stati Uniti ed Israele, a sostegno dell'iniziativa di Marco Pannella "Iraq libero". Così i Radicali Pontini: «Chiediamo subito a tutti i Governi democratici di perseguire fin da ora (così come autorevolmente già fatto proprio da tanti di 120 Paesi e da indiscusse personalità politiche) di perseguire non solo l’obiettivo del disarmo ma quello della democratizzazione e quello del conferimento ai cittadini irakeni dei diritti democratici e di libertà che loro spettano. In particolare, siamo certi di poterci rivolgere, anche in rappresentanza di quanti sostengono il progetto radicale, al Governo italiano - e attraverso esso al Consiglio Europeo - perché gli obiettivi del disarmo controllato certo e della transizione alla democrazia vengano di già proposti martedì al Consiglio di Sicurezza e assicurati alla democrazia e alla pace internazionali».
A sostegno i liberali del capoluogo: «Il nostro è un pacifismo intelligente, propositivo, sano. Le bandiere americana e israeliana vogliono tenere altro il principio della democrazia, della libertà, di contro alla dittatura, al fanatismo, alla intollerenza. Due stati, culla di civiltà, impegnati negli ultimi tempi più che mai contro il terrorismo arabo e palestinese. Un particolare dimenticati dai pacifisti di Agnoletto».
Solidale ideologicamente con l'area laica e liberale è Agostino Pernarella (Riformatori per l'Europa di Terracina): «Più che un pacifismo acritico è un pacifismo d'opposizione politica. Ulivo, PRC, girotondisti, Giustizia e Libertà, basta aggiungere un po' di antiberlusconismo e antigovernismo ed il gioco è fatto. A me sembra che, purtroppo, ancora una volta, si usa una situazione drammatica, e che quasi sicuramente diventerà tragica, per fini non pertinenti con l'oggetto della questione. L'alternativa realistica alla guerra è la politica e il rispetto del diritto internazionale, oggi espresso dall'ONU. Il pacifismo nella giustizia è quello di imporre regole internazionali applicabili a tutti gli stati, e obblighi di rispetto da tutti gli stati».
I grandi numeri il pacifismo made in Latina se li gioca a Roma. Vasto lo schieramento che va dai comunisti, al mondo sindacale, dai no global ai raeliani, dalla Margherita ai Democratici di Sinistra.
Con loro anche i Verdi di Latina. Fabrizio Vitali però non prende le distanze dalla piccola contro- manifestazione di Nettuno: «Esprimo apprezzamento per il piano proposto da Marco Pannella che prevede l’esilio per il dittatore iracheno e il passaggio graduale del paese arabo verso una democrazia. Ovviamente non possiamo sapere se sarà la guerra, il piano franco-tedesco o il piano Pannella a prevalere, ma la proposta di questo, pur mettendo a dura prova la voglia di espansionismo economico, è in grado di mettere d’accordo le parti in causa: Usa, Gran Bretagna, Francia, Germania, Russia, Cina, Iraq. I Verdi italiani non vedono negli Stati Uniti un nemico da combattere, ma credono che la soluzione della crisi irachena non risieda nella guerra, che, se si verificherà, non potrà che porterà ulteriori e maggiori sofferenze per i popoli del Nord e del Sud del mondo, ad Oriente e Occidente».
«Legambiente è contraria alla guerra all'Iraq, che sarebbe del tutto ingiustificata sul piano morale, della legalità internazionale, dell'impegno contro il terrorismo, e che avrebbe conseguenze potenzialmente catastrofiche. Con o senza la copertura dell'Onu, questa sarebbe una guerra profondamente ingiusta e drammaticamente dannosa. Riteniamo aberrante la teoria della "guerra preventiva", attraverso la quale gli Stati Uniti vorrebbero arrogarsi il diritto di decidere chi, quando e come può essere oggetto di un'aggressione militare. In discussione non è la necessità di combattere il terrorismo globale, i fondamentalismi, o di contrastare regimi dispotici come quello di Saddam Hussein: nulla è più lontano dalla nostra sensibilità, dalle nostre speranze, dal mondo per il quale ci battiamo, dei deliri di chi ha seminato la morte tra gli innocenti delle Twin Towers o dei crimini compiuti dal dittatore iracheno contro il suo popolo. Ma l'invasione dell'Iraq sarebbe soltanto una carneficina inaccettabile, un'azione legata più all'obiettivo di proteggere, in una visione tanto miope quanto arrogante, gli interessi geopolitici degli Stati Uniti, di esaltarne il ruolo di "gendarme del mondo", che non all'esigenza di fermare il terrorismo. Di più, questa guerra rischierebbe di rendere tragicamente concreti tutti i peggiori timori sul rischio di uno scontro di civiltà tra Occidente e Islam. Legambiente è impegnata nel movimento pacifista che si sta mobilitando in tante parti del mondo, Stati Uniti compresi, per fermare la guerra di Bush. In particolare, ci rivolgiamo all'Europa perché rifiuti di seguire l'amministrazione americana in questo vicolo cieco: il terrorismo, come gli altri grandi problemi planetari - la povertà, i mutamenti climatici -, si combattono lavorando per un mondo diverso e migliore, per una globalizzazione che diffonda vero benessere, diritti, democrazia e non sia invece, com'è oggi, sistematicamente piegata agli interessi di pochi privilegiati».
Oltre agli appuntamenti di Roma e Nettuno, da segnalare anche la Marcia per la Pace a Terracina (appuntamento alle 18.30 in Piazza Alfredo Fiorini). «Attese di pace» è il tema dell'incontro-dibattito con Giovanni Bachelet, docente Universitario e figlio di Vittorio, presso l'Auditorium comunale Sant'Angelo di Sezze. Interverrà il Sindaco Siddera e rappresentanti di tutte le forze politiche.

Mauro Cascio


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