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Latina. Bomba o non bomba. Massimo Perrone (Forza Nuova): «Saddam Hussein deve restare lì dov'è. Di certo non sta a noi occidentali risvegliare le coscienze del popolo iracheno. Nessuno ce lo ha chiesto»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Massimo Perrone, segretario regionale di Forza Nuova. In questi giorni abbiamo descritto il pacifismo locale come sostanzialmente diviso in due. Il primo, numericamente consistente, che la nostra testata ha definito, polemicamente, "non propositivo" e sostanzialmente "inutile". Un secondo movimento pacifista, numericamente esiguo, è quello della componente laica, liberale e radicale che, in aperta contrapposizione con la Marcia della Pace di Roma, ha organizzato, a livello locale, una contro-manifestazione a Nettuno, per affermare con concretezza il progetto di Iraq libero e, sventolando le bandiere di Usa ed Israele, hanno voluto affermare i principi di democrazia, di libertà. C'è in realtà un terzo fronte del pacifismo made in Latina che non abbiamo in questi giorni considerato. È quello di Forza Nuova. Dichiaratamente contro l'idea interventista, più o meno specifica dei partiti di governo, il partito di Roberto Fiore ha voluto prendere le distanze da entrambe le forme di pacifismo sin qui delineato... Ma il pacifismo a tutti i costi, che non valuta chi dovrà pagare questi costi, non rischia di essere solo sterile e drammatico ideologismo? «La sinistra fa un discorso ipocrita. La Cecenia fu invasa dalla Russia, qualche anno fa. Nessuno si è mosso. Noi c'eravamo, dov'era la sinistra? Noi diciamo no a questa guerra perché è una guerra inutile, inaccettabile, soltanto una rincorsa agli interessi. Saddam ha più volte manifestato l'apertura agli ispettori dell'Onu per dimostrare che non è in possesso di armi di sterminio. Oltretutto l'embargo Onu ha prodotto la morte di oltre due milioni di bambini». Ma bisogna mantenere la legalità, rispettando le risoluzione Onu... «Ma scusate. Quale legalità? Io non credo che Saddam sia un pericolo. L'America, piuttosto, è un pericolo. È l'America che è illegale. Saddam è stato più che ragionevole. È Bush che vuole attaccare a tutti i costi». Cosa ne pensate della campagna dei radicali "Iraq libero", che prevede tra l'altro l'esilio di Saddam e l'istituzione di un governo democratico sotto l'egida dell'Onu. «Chiediamo agli iracheni se sono d'accordo». In definitiva quindi quella che voi definite "pace" è un modo per mantenere lo status quo di un regime sanguinario... «In questo caso non stiamo prendendo nessuna posizione. Diciamo no alla guerra perché è una guerra inutile. La Corea del Nord ha dichiarato di avere armi di distruzione di massa. Perché gli Stati Uniti non intervengono? Non ci sono interessi economici?». Quindi né guerra a Saddam Hussein né guerra all'Iraq... «Noi diciamo no alla guerra sempre. Non possono pagare degli innocenti. Saddam è un problema degli iracheni. Non sta a noi risvegliare le coscienze. Né agli Stati Uniti colonizzare un Paese per interessi economici». Saddam deve restare al suo posto... «Lui sta lì e i suoi concittadini sembra che lo accettino. Non mi pare ci siano richieste del popolo iracheno in questo senso». In questo modo voi fate sì che le vittime delle armi di distruzione di massa, vedi i Kurdi in passato, non abbiano voce, tutela... I cortei pacifisti e Forza Nuova non vogliono in qualche modo piegare la volontà di un parlamento democratico e rappresentativo, già detentore della sovranità popolare, che in qualche modo ha già deciso per guerra sì, ma solo in extremis? «Un parlamento che si fonda su principi democratici e si schiera per questa guerra, automaticamente fa cadere quei principi. Saddam è stato aperto e disponibile ad aprire tutti i suoi siti. Noi non dobbiamo reagire in maniera spropositata».

Elisabetta Rizzo

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