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Latina. Storia di Acqua, gestioni e conflitti. Federico D'Arcangeli: «Le nostre denunce sono state strumentalizzate. Come quella su Martella»

«Quando abbiamo posto il problema del conflitto di interesse rappresentato dalla doppia (tripla) carica del Presidente Paride Martella, non avevamo pensato all'uso strumentale che qualcuno avrebbe potuto farne; a come un problema tutto politico, da affrontare con determinazione ma anche cum grano salis sarebbe diventato invece occasione per uno scontro di potere interno alla Casa delle Libertà; e al riemergere, dentro quello scontro, di posizioni che tendono ad azzerare tutto per rimettere tutto in discussione, gara, affidamento, gestione». Parla Federico D'Arcangeli, consigliere provinciale dei Democratici di Sinistra (nella foto). «Non è un caso che sia invece passata inosservata la seconda considerazione che noi facevamo nel nostro documento, quella relativa alla urgente necessità di rafforzare l'organico e il ruolo della Segreteria Tecnica Operativa dell'ATO, strumento indispensabile dei Comuni per valutare efficacia ed efficienza del Gestore. E siccome siamo completamente estranei a giochi di cordata, preoccupati solo di far decollare comunque un servizio ai cittadini appunto efficace ed efficiente, continuiamo a suggerire temi di riflessione per chi, come noi, abbia a cuore gli interessi degli utenti».
«È urgente», prosegue D'arcangeli, «che la Regione (l'Autorità di Bacino Regionale) appronti uno schema di bilancio idrico tale da definire le quote di risorsa da destinare alle diverse attività, civili e produttive. Senza il quale diventa difficile immaginare una analoga operazione sul piano del singolo Ambito, con il rischio di non poter programmare una seria politica di utilizzo di una risorsa che, ci insegna la più recente esperienza anche nostra, non è illimitata, anzi. È urgente che la Regione assuma l'impegno di far confluire all'ATO tutte le risorse destinate all'intero ciclo delle acque, ponendo fine ai rapporti bilaterali con le diverse amministrazioni comunali. Questo perché solo l'ATO e la conferenza dei sindaci e dei presidenti può legittimamente e unitariamente rappresentare le esigenze dei singoli dentro una programmazione generale. È urgente che la Regione non autorizzi, né provveda essa stessa, allo scavo di nuovi pozzi al di fuori della programmazione che lo stesso ATO si darà, per evitare inutili sprechi di risorse, idriche e finanziarie. È urgente che si affidi ad Acqualatina il compito di completare lo studio delle aree di salvaguardia delle sorgenti parzialmente elaborato dalla Regione, se vogliamo mettere in cantiere azioni positive per tutelare il nostro patrimonio idrico. Non per amore di polemica ma per semplice pragmatismo, ci sembra di poter dire che se un senso può avere la presenza di Fazzone nel CdA di Acqualatina è quello di garantire comportamenti corretti e coerenti da parte della Regione Lazio. Altrimenti è un altro che confligge».

Mauro Cascio


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