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Latina. Siti dismessi, presentato il volume della ProSvi

Piena adesione stamattina allo studio presentato dalla ProSvi di Latina sull’immenso patrimonio dei siti industriali dismessi della provincia di Latina. Un coro unanime si è levato dal confronto per arrivare a “porre le basi di iniziative atte a recuperare i siti con iniziative che possano nascere da esperienze analoghe intraprese in Liguria con un fondo di rotazione regionale che costituisca l’asse portante per l’acquisizione, la bonifica, la ristrutturazione e la cessione degli immobili”. Questi gli elementi maggiori emersi durante il dibattito avviato presso l’aula consiliare della provincia alla presenza dell’on. Maria Annunziata Luna, presidente della commissione attività produttive della regione Lazio, del presidente della ProSvi, Felice Palumbo, dei presidenti dell’associazione industriali e Federlazio Franco Cesarini e Marco Picca, del delegato della CCIAA Rosario Cecere, del presidente dell’Agenzia Sviluppo Lazio, Pierluigi Gemmiti e dell’assessore alle attività produttive della Provincia di Latina, Stefano Orsini. L’occasione, appunto, nasceva dalla presentazione del volume realizzato dalla spa Promozione e Sviluppo e realizzato con i fondi del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
«I siti dismessi – ha detto Palumbo nel corso della sua relazione – non sono tutti inutilizzati. Anzi per alcuni di loro è stato avviato già un processo di recupero ed altri risultano occupati da iniziative diverse per le quali gli immobili furono costruiti. Bisogna seriamente riflettere su questo, proponendo politiche attive di sostegno che non ripercorrano strade ormai impercorribili, ma attivando quei servizi alle imprese che concorrano allo sviluppo organico del settore industriale. Il recupero, quindi, a mio avviso, dovrà tenere conto di un nuovo modello di sviluppo che privilegi allo stesso tempo servizi e innovazione tecnologica, logistica ed infrastrutture, adeguamento delle normative e riforma delle pubblica amministrazione».
Per Marco Picca, invece, l’analisi che arriva quasi puntuale dalla lettura dei dati riportati nel volume sottolinea e lega drammaticamente al periodo dell’uscita dalla cassa del mezzogiorno dei nostri territori. «Dalla lettura delle date – ha detto Picca – è del tutto evidente che proprio in occasione dell’uscita dalla casmez del territorio pontino, si è registrata quasi la totale dismissione dei siti che troviamo nella pubblicazione. E forte il concetto di sempre: i nostri territori sono stati conquistati nel periodo degli anni 70 ed oggi anche noi Federlazio dobbiamo fare la nostra parte per recuperare il tempo perduto».
Di altro avviso, invece, il presidente dell’Associazione Industriale Franco Cesarini che vede nella rigidità del sistema lavoro il notevole numero di dismissioni di impianti in provincia di Latina.
«La chiusura delle aziende – ha detto Cesarini – è legata ala trasformazione del mercato e alla competitività delle industrie estere. Quello di oggi non deve essere certo visto come un punto di arrivo, ma solo la partenza di un percorso capace di attrarre nuovi capitali ed investimenti in cui, ognuno per il proprio settore, si impegni a porre in essere strategie utili per il recupero del patrimonio industriale inutilizzato».
Rosario Cecere della Camera di Commercio, ha sottolineato, ancora, l’importanza del confronto e del dibattito su temi importanti come quello di oggi.
«Siamo disponibili come camera di commercio e apprezziamo il lavoro svolto che va oltre i soliti e semplici convegni e che ci riporta alla realtà: come eravamo e come potremo essere. È un passo in avanti importante in cui crediamo e che apre un nuovo fronte capace di riportare sui tavoli di coordinamento le proposte. Tavoli che dovranno definire una sintesi e una linea comune di coerenza sugli obiettivi e nel quale la camera di commercio si siederà in nome degli obiettivi statutari finalizzati alla promozione delle attività economiche del territorio».

Rita Bittarelli


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